La Nuova Sardegna

«Fare conoscere Antonio Gramsci ai giovani»

di Sabrina Zedda
«Fare conoscere Antonio Gramsci ai giovani»

L’assessore regionale alla Cultura annuncia il programma dell’Anno gramsciano. Si parte da Ales

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CAGLIARI. Chissà cosa avrebbe pensato Antonio Gramsci, che le carceri le conosceva bene, se avesse saputo che un giorno i detenuti sarebbero stati invitati a ricordare la sua di prigionia? Nell’anno proclamato dalla Regione “Anno gramsciano” è con un tributo dalle carceri di tutta Italia che si aprono le iniziative per la ricorrenza partita il 22 gennaio, giorno di nascita del fondatore del PCI.

Sabato alle 17 nelle sale del comune di Ales si svolgerà la premiazione del concorso “Gramsci visto da dietro le sbarre”: saranno proclamati quattro vincitori tra i 100 che da 29 istituti di pena italiani (tra questi Regina Coeli, Rebibbia, San Vittore, Is Arenas, Nuchi) hanno inviato le loro opere pittoriche. Un evento così atteso che perfino il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha promesso di esserci. A organizzare il premio è, in collaborazione con l’amministrazione comunale, l’associazione Casa natale Antonio Gramsci di Ales che, visto il successo della prima edizione di due anni fa, ha pensato di organizzarne una seconda.

«L’idea – racconta Alberto Coni, presidente dell’associazione Casa Natale Antonio Gramsci- –è nata osservando un dipinto di Peppinetto Boy, pittore di Ales morto nel 1999, che raffigurava l’intellettuale sardo mentre usciva fuori dalle sbarre». Proprio a Boy il Premio è intitolato. «Certo, organizzare tutto non è facile – aggiunge Coni – C’è da superare molta burocrazia. Ma dall’altro lato c’è l’impegno di tanti operatori che, spesso, hanno usato le loro poche ore a settimana a contatto con i detenuti per raccontare Gramsci, far conoscere la sua vita e il suo pensiero». Uno sforzo profuso soprattutto con i detenuti extracomunitari, che nulla sanno del grande pensatore. E allora pazienza se qualcuno, lavorando alla sua opera, è forse uscito fuori tema (c’è chi ha presentato un dipinto di Padre Pio). Una giuria di artisti presieduta da Pinuccio Sciola (gli altri sono Alberto Scalas e Massimo Spiga) sabato farà conoscere il verdetto: il primo classificato avrà un premio di 500 euro, dal secondo al quarto, rispettivamente 300, 200 e 100 euro. E per tutti i partecipanti ci sarà un attestato, insieme al bel libro “La vita di Antonio Gramsci”, scritto da un intellettuale di razza come Peppino Fiori.

«Con il Premio di sabato, organizzato nel paese che diede i natali a Gramsci, abbiamo cominciato a lavorare a un programma che vogliamo sia ricco e unitario – dice l’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino – Un occhio di riguardo sarà riservato alle nuove generazioni».

Come a dire che per il comitato che si occuperà delle iniziative per l’Anno gramsciano (capofila è la Regione) il motto è far conoscere Gramsci il più possibile, soprattutto fra i più giovani, in modo da preservarne il ricordo e il pensiero, attualissimo a distanza di un secolo. Ad Ales i 100 dipinti arrivati resteranno in mostra sino al mese prossimo tutti i giorni. L’esposizione partirà poi per il carcere di Lecce e dopo verso gli istituti di pena che ne faranno richiesta.

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