È morto Remo Bodei, filosofo cagliaritano prestato al mondo
Lo studioso ha dedicato la vita alla scuola e all’insegnamento prima all’università di Pisa (dove si era laureato) poi in giro per il mondo da Cambridge a Los Angeles, da New York ad Heidelberg
ROMA. Si è spento ieri a 81 anni Remo Bodei, filoso del dialogo e personaggio di primo piano nel mondo della cultura italiana. Nato a Cagliari nell’agosto del ’38 lo studioso ha dedicato la vita alla scuola e all’insegnamento prima all’università di Pisa (dove si era laureato) poi in giro per il mondo da Cambridge a Los Angeles, da New York ad Heidelberg.
Cresciuto frequentando le lezioni di Bloch, ha seguito il pensiero teoretico, ha studiato Spinoza e Gadamer e approfondito la filosofia tedesca, curando anche le opere italiane di Hegel e Adorno. Pensatore capace di lucide analisi politiche e sociali, che aveva già anticipato, in tempi non sospetti, il declino degli intellettuali («non servono più» era solito dire) e il ritorno della realtà con cui fare, anche filosoficamente, i conti non aveva mai smesso di amare lo studio e sapeva trasmettere passione e curiosità agli studenti. La sua lezione più bella è la sua idea di filosofia che definiva «Una forma di igiene mentale, un aiuto a orientarsi nel mondo».
Tra i suoi libri “Geometria delle passioni” (Feltrinelli), “Limite” (Il Mulino), “Le forme del bello” (Il Mulino). Filosofo del dialogo, delle passioni e della ragione, analizzava il passato per comprendere il presente. I suoi libri sono tradotti in molte lingue. Nel 1992 ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa Sezione Saggistica. Bodei ha difeso la sua passione e il suo mestiere sino alla fine.
«Malgrado i ripetuti annunci è certo che la filosofia, al pari dell'arte, non è affatto “morta” – ha spiegato con la consueta lucidità in una delle ultime interviste –. Essa rivive anzi a ogni stagione perché corrisponde a bisogni di senso che vengono continuamente - e spesso inconsapevolmente - riformulati. A tali domande, mute o esplicite, la filosofia cerca risposte, misurando ed esplorando la deriva, la conformazione e le faglie di quei continenti simbolici su cui poggia il nostro comune pensare e sentire».