La Nuova Sardegna

1979. Il sequestro De André-Ghezzi: quando i banditi rapirono la poesia

di Riccardo Monni, 29 agosto 1979
La prima pagina della Nuova Sardegna del 29 agosto 1979
La prima pagina della Nuova Sardegna del 29 agosto 1979

Il blitz a Tempio. «La sorpresa di Fabrizio deve essere stata enorme. L'ospitalità della casa all'Agnata sembrava il vaccino più efficace contro gli attacchi dei fuorilegge»

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TEMPIO – «Curriti li turisti da la Saldigna». Con questa frase agghiacciante qualcuno ha commentato ieri il sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi, i cantanti che da due anni avevano deciso di fuggire dalla vita convulsa del mondo dello spettacolo e delle grandi città «nascondendosi» in una tenuta a venti chilometri da Tempio, nel profondo di una valle fitta di sughere e querce. I banditi sono arrivati quasi certamente a piedi, per evitare ogni possibile allarme, dopo aver lasciato la loro auto a una certa distanza. Hanno tagliato i fili del telefono salendo su un palo di castagno e poi, approfittando del fatto che le finestre e le porte erano aperte (venivano chiuse soltanto quando i due andavano a dormire), sono entrati all’interno della vecchia casa. (...)

Gli unici elementi, troppo poco per parlare di pista, sono la federa stracciata di un cuscino nella camera da letto e il furto di una carabina «Winchester» ca. 30/30, regolarmente denunciata dal cantautore. I letti erano disfatti e sul pavimento della camera matrimoniale sono state ritrovate alcune foglie di cisto. Ciò farebbe supporre che i rapitori siano saliti al primo piano dove è situata la stanza, per permettere alle vittime di rifornirsi di vestiti ed equipaggiamento adatti a lunghi trasferimenti a piedi e alle notti all’addiaccio. (...)

Poi la fuga con la «Dyane» color arancione che appartiene al cognato di Dori Ghezzi, Ugo Pedrazzini, o, con molta più probabilità, nell’auto con la quale erano arrivati i sequestratori. Dove siano andati, in quali grotte si siano rifugiati i banditi con gli ostaggi, non è assolutamente ipotizzabile. La tenuta dell’«Agnata» si trova in fondo a un imbuto naturale delimitato dai territori di Tempio e Oschiri. I sequestratori, percorrendo la miriade di sentieri all’interno del bosco, possono aver raggiunto qualsiasi località (...)

A dare l’allarme ieri mattina è stata la cameriera ad ore di De André: Vittoria Manca, di Sedini. I due cantanti-agricoltori non avevano nessun guardiano o dipendente fisso nella tenuta e fino al pomeriggio i due erano stati con i genitori di Dori Ghezzi e con sua sorella. Il padre della cantante, caporeparto di una fabbrica metalmeccanica di Milano, è in vacanza con i familiari a Porto San Paolo. Fortunatamente ieri si erano portati via la figlia di De André, la piccola Luvi, di un anno e mezzo. È stato proprio l’operaio milanese ad arrivare per primo sul posto con la sorella di Dori Ghezzi, Fiore. Alle domande dei giornalisti, il signor Ghezzi, dopo essere stato interrogato dagli inquirenti, ha risposto con le lacrime agli occhi. Pensa a sua figlia, alla nipotina, a questa tragedia troppo lontana da lui e per questo tanto dolorosa. Un atteggiamento diverso da quello del padre di De André, braccio destro di Attilio Monti alla guida della Eridania e della società Poligrafici Editoriali che stampa tra l’altro il quotidiano di Bologna «Il Resto del Carlino». Probabilmente proprio Giuseppe De André sarà il vero interlocutore dei banditi. Anche se avrà bisogno di uno o più intermediari (...)

La sorpresa di Fabrizio De André di fronte ai banditi deve essere stata enorme. Mai con nessuna delle persone che frequentava da quando aveva acquistato la tenuta dell’«Agnata» (cantuccio, in gallurese), aveva dimostrato di avere paura di essere vittima dei rapitori. La semplicità della vita che conduceva, l’impegno politico ed intellettuale dimostrato nel corso di tutta la sua carriera da cantautore, la pulizia del suo sogno di evasione, noto a tutti, l’ospitalità della sua casa, sembravano il vaccino più efficace contro ogni attacco dei fuorilegge. Anche la tranquillità tradizionale della zona (questo è il primo sequestro che avviene da queste parti) sembrava un valido motivo per stare tranquilli.

Ma evidentemente la bramosia di denaro non rispetta né limiti geografici né ideali. Il sequestro dei due cantanti segna probabilmente una svolta storica nella recente storia criminale della Sardegna. In questa tormentata estate del ’79 ora sono dieci le persone in mano ai banditi. Sono troppe per potersi limitare a dare etichette diverse per ogni impresa e abbastanza per individuare l’esplosione di qualcosa che sfugge completamente alla logica del banditismo tradizionale (...) Basta una frase detta proprio dal dr. Torricelli (vice questore di Olbia) all’arrivo nella tenuta e di ritorno da una lunghissima operazione legata al rapimento Schild: «Siamo ai piedi di Gesù» ha sussurrato ai suoi collaboratori l’investigatore. A noi sardi quindi non resta che sperare in un miracolo.

* * *

Il 20 dicembre intorno alle 23 i banditi rilasciarono Dori Ghezzi, mentre il giorno dopo, più o meno alla stessa ora, venne liberato anche Fabrizio De André. L’incubo era finito e, nonostante le sofferenze patite durante la prigionia, la coppia non abbandonò la Sardegna e la casa dell’Agnata.

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