La Nuova Sardegna

ArtiJanas, a Venezia lo scrigno Sardegna

di Alessandro Pirina
ArtiJanas, a Venezia lo scrigno Sardegna

La mostra “Homo Faber” alla Fondazione Cini ospita le collezioni di ceramiche e tessuti pregiati realizzate nelle residenze di Bitti e Samugheo

11 aprile 2022
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Ceramiche e tessuti dell’artigianato artistico sardo da oggi in esposizione alla Fondazione Cini di Venezia. ArtiJanus/ArtiJanas, il progetto sperimentale di cultura del design e dell’artigianato promosso e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, con la direzione scientifica e artistica di Triennale Milano, la direzione operativa di Innois, la collaborazione della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e la direzione organizzativa di Tools, sarà presente a “Homo Faber: Crafting a More Human Future” fino al 1 maggio con alcuni pezzi delle collezioni di alto artigianato nei settori ceramico e tessile. Il team curatoriale di Homo Faber, e in particolare Jean Blanchaert e Stefano Boeri (curatori della mostra “Next of Europe”), ha selezionato alcuni pezzi ideati durante le residenze dedicate all’artigianato artistico e al design contemporaneo nella primavera 2021 e che hanno visto la collaborazione creativa e produttiva dei designer Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto con l’azienda artigiana Terrapintada di Bitti per la ceramica e Serena Confalonieri con l’azienda artigiana Tessile M&Dusa di Samugheo per la tessitura. Insieme hanno ideato piccole collezioni, ognuno per il proprio settore di riferimento, capaci di unire funzionalità e significato simbolico e consentire una rilettura delle preziose trame del territorio sardo sostenendo con forza e promuovendo un’innovazione gentile, sostenibile ed etica.

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Nel laboratorio di Terrapintada è stata progettata e realizzata “Terre”, una collezione composta da 5 vasi, chiamati col numero dall’uno al cinque in lingua sarda, che s’ispirano ad alcuni oggetti iconici della cultura sarda: il bottone in filigrana, il cesto del corredo della sposa, la gonna di un costume tradizionale e ancora il pane carasau, che hanno suggerito una sofisticata rilettura in chiave contemporanea di oggetti ed espressioni della cultura materiale locale. Nel laboratorio Tessile M&Dusa è nata “Barbagia”, originale collezione tessile composta da tre cuscini di differenti misure e un tappeto, oggetti che già nei loro nomi rendono immediatamente esplicito il riferimento a vari e diversi elementi dell’identità culturale sarda: i bronzetti nuragici, le piante autoctone tipiche del territorio, la brocca in terracotta rappresentativa di un vivere quotidiano tipico e caratteristico. In tutti i pezzi che compongono la collezione i motivi decorativi sono racchiusi in una cornice che riprende lo schema della tessitura della bisaccia sarda, mentre nei quattro angoli dei manufatti sono state inserite le iniziali della designer e della tessitrice, citazione dell’antica usanza delle tessitrici sarde di inserire le proprie iniziali nei manufatti da loro realizzati.

«L’incontro tra il saper fare dell’artigianato e il know-how del design ha dato vita a produzioni di sicuro interesse che dimostrano il grande potenziale di questo progetto – spiega Antonello Cabras, presidente di Fondazione di Sardegna –. Un potenziale che risiede tanto nella opportunità per il territorio di mantenere viva la memoria delle sue tradizioni quanto nelle occasioni di sviluppo che il processo di innovazione porta con sé». «Siamo molto felici della presenza di una selezione di progetti nati dallo scambio e dialogo tra designer di fama internazionale e artigiani sardi – aggiunge Stefano Boeri –. La Triennale di Milano ha da subito sostenuto ArtiJanus/ArtiJanas. Ne ha seguito la direzione scientifica, ha lavorato con la Fondazione, con Barbara Argiolas e Barbara Cadeddu e con i curatori Alberto Cavalli e Roberta Morittu per l’organizzazione delle residenze e del Festival a Orani nel 2021. Oggi questo incontro tra progetto e mani intelligenti vede un ulteriore sviluppo che si ricollega alla missione primigenia di Triennale: la valorizzazione di tutte le arti e dell’artigianato nella sua forma espressiva più elevata».
 

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