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A Gavoi l’isola delle storie

Gabriella Grimaldi
A Gavoi l’isola delle storie

Mariangela Gualtieri e la magia dei versi che salvano il mondo. E sul palco i giovani autori d’Europa danno spettacolo

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Inviata a Gavoi Diverse persone si sono commosse, sabato, quando la poetessa Mariangela Gualtieri è salita sul palco e ha preso la parola. Ha declamato i suoi versi con voce profonda e passionale tanto da toccare le corde più intime di coloro che l’hanno ascoltata sfidando il caldo infernale della seconda giornata del festival “L’isola delle storie”. Ne è valsa la pena, perché l’autrice e drammaturga di Cesena, fondatrice assieme a Cesare Ronconi del teatro Valdoca, ha planato sui temi dell’amore, dell’amicizia, della natura e del senso stesso dell’esistenza con versi come «Quando si sveglia ha tracce di paradiso sulla faccia», rivolti a un bambino. Oppure «Sii dolce con me. Sii gentile. È breve il tempo che resta. Poi saremo scie luminosissime. E quanta nostalgia avremo dell’umano. Come ora ne abbiamo dell’infinità». La sua, da sempre, è una sorta di militanza che riguarda la consegna orale della poesia, l’amplificazione della voce e il connubio con la musica dal vivo. Ne è venuto fuori, anche ieri al festival di Gavoi, un concerto di parole unico e struggente. All’incontro con Mariangela Gualtieri sono seguiti altri due momenti dedicati stavolta a scrittori giovani, come ha detto il direttore artistico Marcello Fois, da segnalare. I primi due, presentati dal collega Marco Cubeddu erano Ginevra Lamberti, autrice di “Tutti dormivano nella valle” che racconta una storia generazionale di cui sono protagoniste tre donne nel Veneto degli anni Settanta, e Marek Šindelka, ceco, di cui è stato pubblicato da poco in Italia “La fatica dei materiali”(Keller Editore), romanzo contemporaneo in cui si narrano le peripezie di due fratelli immigrati in un’Europa piena di recinzioni e ostacoli per chi cerca soltanto tracce di una vita accettabile. Poco più tardi è stata la volta dell’autrice spagnola Elena Medel, autrice del recente “Le meraviglie” (Einaudi), vincitrice di diversi premi e riconoscimenti.

La giornata era cominciata tutti con il naso in su a guardare il balcone. Quello del balcone è uno degli eventi più attesi del festival e ieri, affacciate da sa S’Antana ’e Susu, c’erano due protagoniste della cultura: la conduttrice televisiva, autrice e conduttrice Paola Saluzzi nei panni di intervistatrice e la scrittrice Rosella Postorino, vincitrice, tra l’altro, del premio Campiello nel 2018 con il romanzo “Le assaggiatrici”, l’appassionante ricostruzione dei giorni di una donna tedesca, realmente vissuta, entrata suo malgrado dello staff delle assaggiatrici dei pasti destinati a Hitler per verificare se fossero avvelenati. Un storia forte e quasi incredibile che rende conto della natura umana, della sua capacità di adattamento e delle sue contraddizioni. Ieri però, nel corso dell’incontro l’autrice si è confrontata con la sua compagna di balcone sull’ultimo libro dal titolo “Io, mio padre e le formiche” in cui racconta della sua giovinezza e del rapporto con la famiglia. Al centro del discorso, quindi, l’importanza di studiare «che dopo la pandemia nei Paesi poveri è diventato più che mai un privilegio», l’affetto per la propria famiglia «non è che per amare i tuoi genitori e i tuoi fratelli devi conoscerli così bene, anzi di solito non li conosci affatto» e di felicità «ormai si pensa che la felicità non sia un fatto collettivo, ma un affare del singolo. In questo modo, se non sei felice, è solo colpa tua. Lo dico ai ragazzi: se siete sfruttati sul lavoro, se la vostra performance non è ai massimi livelli, non è colpa vostra. E potete essere felici, o a volte tristi, solo perché così è la vita».

Il popolo del festival, tanti gonnelloni a fiori, cappelli di paglia a falda larga, orecchini etnici, quel tanto giusto di fricchettone che si aggira per il saliscendi di questo delizioso angolo della Barbagia, ha affollato gli incontri seduto sulle sedie o per terra sul selciato del centro storico, protetto dal granito delle case fiorite. In molti hanno seguito, con i loro bambini, gli incontri coloratissimi con l’autrice per bambini e attrice Alessia Canducci (“Storie con la ridarella”) nello spazio Casa Maoddi dove si tengono i laboratori di lettura dedicati ai più piccoli. Ma tante altre iniziative per i ragazzi si sono tenute a cura della Biblioteca per ragazzi di Cagliari, del Consorzio per la pubblica lettura Sebastiano Satta di Nuoro e dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari. La giornata di ieri si è conclusa - a tarda sera a Sant’Antiocru, preceduto dall’intermezzo musicale a cura del Conservatorio Canepa di Sassari - con lo scoppiettante incontro “Donne con libro”, protagoniste la scrittrice Chiara Valerio, che già venerdì con la sua verve aveva divertito e intrigato intervistando lo scrittore David Leavitt, e l’amatissima scrittrice sassarese Bianca Pitzorno. Il tema doveva essere l’importanza di leggere ma, vista la personalità delle due ospiti, si è parlato di lettura («per me significa vivere tante vite oltre la mia, e la considero una strategia vincente visto che la natura ce ne ha dato solo una in dotazione», ha detto Pitzorno) ma anche di Dracula, di mostri, di paura e felicità. Con tanti momenti da ridere che hanno coinvolto il pubblico finalmente avvolto nel fresco della sera.
 

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