Manu Invisible a Berchidda per raccontare l’arte di Antine Nivola
In scena al cineteatro Santa Croce lo spettacolo di Insulae Lab
Qualcosa di unico, qualcosa che era ancora inedito, che ha attinto a piene mani dal Novecento per proiettarsi con forza nella contemporaneità. È andato in scena a Berchidda al cineteatro Santa Croce il progetto live “Antine”. Una produzione originale nuovissima, promossa da Insulae Lab – centro di produzione musica, anche qui qualcosa di nuovo nato dalla mente di Paolo Fresu. Antine, e cioè: Costantino Nivola. Attorno alla figura totemica dello scultore sardo si è creato uno spettacolo a metà tra musica e immagine. «Immersivo» l’aggettivo più usato per descrivere lo show. Un concerto di circa un’ora con tre musicisti: Nanni Gaias alla batteria, Giuseppe Spanu alla chitarra, Angus Bit all’elettronica. In dialogo con una performance visiva a cura di Manu Invisible con i suoi disegni su parete.
Nato a Orani, morto a East Hampton (New York), la scultura e l’arte di Nivola sono state le chiavi di volta per portare fuori dai confini regionali e nazionali l’isola. «Una figura autorevole che è riuscita a esportare il linguaggio della Sardegna – lo commenta così Manu Invisible, artista sardo, tra i nomi di spicco della street art – che custodisce secoli di storia». Lui si è occupato del lato visivo. Con l’elemento della sabbia, «simbolico – dice –, che in qualche modo unisce il percorso da oltrepassare, cosa che ci accomuna, e che nel caso di Nivola si è tramutato fino a raggiungere i punti più alti del pianeta, essere in mostra a New York». Nel percorso di luci, ombre e colori, le forme disegnate nello show di Berchidda hanno poi preso le sembianze di una parola: Insieme. «La parola è uscita fuori in modo anamorfico, si è evoluta lungo l’ambiente, mostrando più piani di lettura, sino a diventare leggibile solo per chi sedeva all’ultima fila».
«Abbiamo fatto qualche giorno di prove – spiega Nanni Gaias, giovane talento berchiddese, quest’estate in tour con Roy Paci –. Ognuno ha messo sul piatto le proprie idee in studio in fase di pre-produzione e poi le abbiamo rielaborate dal vivo. Ne è venuto fuori un concerto diviso in tre parti quanto le fasi artistiche di “Antine” Nivola». La prima raccontava la quotidianità di Orani, e quindi spazio agli scratch e ai campionamenti in tempo reale di Angus Bit che ha mischiato con ritmi hip-hop la voce di Nivola e i cori sardi. La seconda, Milano, aveva l’atmosfera ambient e lo-fi dell’album instrumental “Think outside the box” di Gaias e Spanu uscito lo scorso anno e portato dal vivo. Infine, la fase newyorkese e quindi «l’apice con la parte più groove e urban e un’ampia sezione di jam».