Padria, piccola perla tutta ancora da scoprire: la cultura per battere lo spopolamento
Se esistesse la formula magica per tradurre storia, civiltà, archeologia, nobili origini, cultura, ambiente, quiete, in opportunità di crescita e di sviluppo, Padria conoscerebbe un boom senza pari, sia dal punto di vista economico che da quello demografico. Sono davvero tante e tutte di grande valore, infatti, le risorse del centro al confine fra il Meilogu e il Villanova, che ne fanno una delle autentiche “perle del territorio”, e che potrebbero rappresentare un potente volano per il suo futuro. Dalla chiesa di Santa Giulia al complesso di “Palattu”, dal convento francescano ai palazzi nobiliari, dalla cascata di Santale ai ponti romani, dal museo archeologico alla poesia di Gavino De Lunas. Purtroppo, però, quella formula non esiste, e così bisogna fare i conti con la fatica quotidiana dell’amministrare, con le norme che o non ci sono o non sono adeguate, con le difficoltà comuni a pressoché tutti i centri della Sardegna interna. Mettendo in campo impegno, fantasia, intelligenza, soluzioni realistiche, per evitare che la profezia dei “comuni a rischio di estinzione” si avveri. È ciò che fanno le amministrazioni comunali di Padria da alcuni decenni a questa parte, con risultati alterni, ma con la ferma volontà di restituire a quella che fu la “Gurulis Vetus” dei romani, una prospettiva . Fra le altre, oltre alle iniziative che danno visibilità quali Monumenti aperti, il premio di poesia dedicato a Gavino De Lunas, la stessa festa di Santa Giulia, le manifestazioni culturali, risultano di particolare significato le politiche tese a favorire il trasferimento a Padria di cittadini, stranieri e non. Qualche risultato è già stato ottenuto, con almeno otto coppie di stranieri ed altre provenienti dalla Penisola, che hanno scelto di acquistare casa a Padria. Altri l’amministrazione comunale spera di ottenerne, in particolare con l’adesione, sia del Comune che dell’Unione dei comuni del Villanova, al Comitato nazionale promotore del progetto “2024 anno del turismo di ritorno: alla scoperta delle origini”. «L’obiettivo – dice Alessandro Mura, sindaco di Padria e presidente dell’Unione dei comuni – è quello di favorire la riscoperta delle radici, di favorire il ritorno, sia come fatto culturale e identitario, sia per le prospettive di ricadute sul territorio che da esso possono derivare». Incentivi ai padriesi perché non vadano via, turismo di transito, turismo di ritorno, nuove residenze, sono dunque alcune delle carte da giocare per arginare lo spopolamento, e per valorizzare l’immenso patrimonio di Padria. A iniziare dalla chiesa della patrona Santa Giulia, giunta fino a noi nel suo aspetto gotico-aragonese assunto a seguito della riedificazione del 1520 ma testimonianza, come è stato detto, del fatto che Padria sia un “paese sotto terra”. L’edificio di culto risulta infatti ricostruito su tre impianti precedenti, riconducibili alle età paleocristiana, bizantina e medievale, così come molta parte del centro abitato di Padria, costruito su rovine dell’età romana. Le stratificazioni di Santa Giulia sono leggibili attraverso lo splendido pavimento in cristallo realizzato nella chiesa in occasione del restauro del 2010/2011. Parimenti “sotto terra” sono una parte delle strutture dell’altro straordinario sito che Padria può vantare: il complesso di Palattu, in cima al colle San Paolo, che assieme ai colli di San Giuseppe e San Pietro cingono il paese. Il sito fu abitato in epoca nuragica e in quella punica. Nel XVI secolo vi venne edificato il palazzo baronale della famiglia De Ferrera, una casa-forte che ha dato il nome all'intero sito. Il museo archeologico custodisce molte delle memorie delle memorie di Padria e del suo territorio. Il Convento francescano, realizzato nel XVII secolo per volontà della nobile Isabella, baronessa De Ferrera, ospita la chiesa di Santa Maria degli Angeli, recentemente restaurata. Il centro storico con la sua quiete, il territorio ricco di attrattive e di testimonianze storiche, a iniziare dalla cascata di Santale e dai ponti romani “Ettori”, “Enas” e “Ulumos”, sono solamente alcuni degli altri elementi per cui Padria merita molto più che una fugace visita.