La Nuova Sardegna

"Oggi e allora"

La musica di Ginetto Ruzzetta rivive grazie a Giuliano Rassu

di Andrea Sini
La musica di Ginetto Ruzzetta rivive grazie a Giuliano Rassu

Il musicista riarrangia i brani del “Maestro” del folk sassarese

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Il talento di oggi, il maestro di allora, la tradizione che si fonde con sonorità apparentemente lontane ma di fatto perfettamente accostabili. La magia poetica e musicale di Ginetto Ruzzetta rivive nel progetto che suo nipote Giuliano Rassu sta per portare a compimento. Il grande maestro della canzone sassarese, scomparso nel 2012, ha trovato un allievo all’altezza, che non si propone di superarlo, ma soltanto di celebrarlo nella maniera più degna.

Si chiama “Oggi e allora”, dal titolo di uno dei brani dialettali più celebri di Ruzzetta, l’ambizioso lavoro di rilettura del repertorio dell’inventore del folk sassarese. Che sta vivendo la sua fase di gestazione lontano da Sassari, tra le colline dell’Anglona, e che verrà presentato al cine-teatro Astra il 16 maggio.

È qui, tra le case basse di Laerru, che Giuliano Rassu ha messo su uno studio d’incisione nel quale, in questi giorni, ogni cosa parla di “zio Ginetto”. Ci sono i vecchi vinili, il suo microfono, la sua chitarra. C’è soprattutto la sua voce, che con un lungo e paziente lavoro è stata scomposta, ripulita, reinterpretata da quel bambino che teneva sulle gambe per insegnargli gli accordi della chitarra, e che ora, molto tempo dopo, è diventato un musicista polistrumentista di grandissimo talento. «Avevo quest’idea nella testa e nel cuore da molti anni. Evidentemente il momento giusto è arrivato», racconta Rassu, 41 anni mercoledì, che nel curriculum vanta primi premi a Castrocaro, al Festival della Sardgna e al Festival del Garda, oltre al secondo posto nell’edizione 2009 di X-Factor, battuto al fotofinish da Marco Mengoni.

Il progetto parte da lontano, dunque. «Ho parlato con i figli di zio Ginetto – spiega –, che conoscono bene il legame che ho sempre avuto con lui. Sanno che gli avevo fatto una promessa. Al sentimento ci aggiungo il fatto che la sua arte non è valorizzata né ricordata abbastanza. Ha inventato un genere musicale, con il folk sassarese ha portato il dialetto della nostra città sul piano di qualsiasi altro dialetto o lingua, ha reso immortali luoghi e personaggi ormai perduti di una città che è profondamente cambiata. Meriterebbe una statua, invece a più di 10 anni dalla sua morte a Sassari non ci sono ancora una via o una piazza che portino il suo nome. E allora ho pensato di mettermi al lavoro per valorizzare le sue opere».

Rassu, come detto, ha scomposto le opere di Ruzzetta, lavorando anche su alcune vecchie bobine contenenti registrazioni inedite. Da Oggi e allora a Sirinadda, da Masthrantoni a Li Candareri. In alcuni casi ha rifatto completamente l’arrangiamento, anche con qualche scelta coraggiosa a livello strumentale e ritmico: compaiono così archi, pianoforti, persino sonorità reggaeggianti. Ha poi scelto di interpretare alcuni brani, dando loro una dimensione completamente nuova con la sua straordinaria voce. Ma non è tutto. «Da qui all’uscita di “Oggi e allora” – dice – potrebbe venire fuori un pezzo con un mio testo inedito su una musica composta e suonata a suo tempo da zio Ginetto. Un pezzo a due voci? Sarebbe bello. Vedremo».

La certezza è che non solo le canzoni di Ginetto Ruzzetta, ma tutta la musica folk sassarese, hanno bisogno di una bella lucidata. Questa è sicuramente l’occasione giusta.


 

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