Lucia Mascino: «Porto in scena l’ipocrisia della nostra società»
L'attrice nell’isola con Il sen(n)o: «Internet, social, sesso: è una giungla»
Internet, gli smartphone, i social hanno condizionato le nostre vite, forse più di quanto ce ne rendiamo conto. Hanno cambiato la nostra identità, soprattutto quella dei più piccoli, nati e cresciuti nell’era digitale. E una bambina è indirettamente la protagonista di “Il sen(n)o”, il monologo di Monica Duran che domani Lucia Mascino porterà in scena a Sanluri all’interno del circuito Cedac. Una pièce originale e conturbante, dove l’attrice marchigiana presta volto e voce a Tessa, una psicanalista, chiamata a fare una relazione in tribunale per un caso complesso dove si intrecciano questioni etiche ed estetiche, da cui poi scaturisce una più vasta riflessione sulla cultura e sulla società di oggi.
Lucia, cosa l’ha colpita di questo testo?
«Dirlo in una sola parola è difficile. Mi ha colpito che toccasse vari temi tutti nello stesso campo, nello stesso ragionamento. Noi, e figuriamoci i ragazzi, abbiamo perso il controllo su quella che è la formazione della nostra identità. Assorbiamo informazioni e immagini che sono create per il marketing. Sui nostri telefoni mescoliamo attualità e fake news, come se insieme al cibo mangiassimo plastica. Mentre l’identità normalmente si sviluppa dall’interno all’esterno, oggi si forma bombardandola dall’esterno. Nel caso di questo spettacolo c’è una bambina di 8 anni che vuole avere il seno. L’autrice ha immaginato questa storia estrema, provocatoria e non realistica, ma anziché pensare che il mostro sia la madre che ha assecondato la figlia, punta l’indice su un pensiero sociale più grande in cui tutti abbiamo responsabilità».
Viene fuori un giudizio negativo della nostra società.
«Io sono la psicanalista che non solo racconta la storia ma cerca di capirla. Lei definisce questa situazione una giungla, non si identifica in questo cambiamento. Nelle sue parole c’è un non riconoscersi e soprattutto la denuncia di un’ipocrisia di sistema che da un lato addita il mostro e dall’altro alimenta il processo di vendita di sesso, pornografia. Come l’ipocrisia dei social: due giorni fa mi hanno bloccata per avere usato una parola, ma poi al loro interno scorre qualsiasi cosa».
È un’epoca di eccessi.
«Tutto questo fa paura. È una cosa sconfinata, è difficile intervenire. Ma dopo vent’anni di telefonino senza regole arriveremo a un punto in cui queste cose dovranno cambiare».
Sua zia era Virna Lisi. La sua figura ha influito sulla scelta di fare l’attrice?
«Quando ero bambina in casa si parlava con affetto di questa cugina di papà che viveva a Roma e faceva l’attrice. Ma non credo mi abbia influenzato, se ho iniziato a fare teatro era per necessità di trovare uno sfogo alla mia energia. L’unica volta che l’ho incontrata - eravamo in aeroporto, io andavo a Parigi e lei a Cannes - mi sono avvicinata e le ho detto: “sono la figlia di Gianni” e abbiamo parlato un po’».
Fa cinema e tv, ma il teatro resta l’amore più grande?
«No. Quando inizi con qualcosa resta un po’ la prima lingua, la prima impronta, ma devo ammettere che quando ho scoperto il cinema casualmente ne sono rimasta affascinata. Sono rimasta colpita da questo mondo popolatissimo in cui tutti vanno nella stessa direzione. Tutti a lavorare concentrati: mi piace l’energia che si genera quando il pensiero si appuntisce».
Nella sua carriera che ruolo ha avuto Filippo Timi?
«È un fratello, un punto di riferimento. E un regista che mi ha regalato ruoli bellissimi e mi ha fatto scoprire parti di me che non avevo mai visto».
Negli ultimi due film di Aldo Giovanni e Giacomo lei è stata la protagonista femminile. Com’è lavorare col mitico trio?
«Mai avrei immaginato che avrei potuto lavorare con loro, non credevo di avere alcun tipo di connessione possibile. Invece, il regista mi ha chiamata senza provino. E loro accoglienti, carini. Tanto da chiedergli: ma come avete fatto a non montarvi la testa? Sono davvero le persone più umile della terra».
Teatro, i Delitti del BarLume, Mameli su Rai 1: cos’altro c’è nei suoi programmi?
«In autunno ho girato una serie da protagonista per Raiplay, “Nudes” di Marco Danieli, e ne sono felicissima».