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La geologia non ha segreti grazie ai video di Kangeon

di Federico Spano
La geologia non ha segreti grazie ai video di Kangeon

Marco Andrea Teti ha iniziato a pubblicare reel perché si sentiva solo. In due anni sui social è arrivato ad avere quasi mezzo milione di follower

15 maggio 2024
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Sassari Ha deciso di pubblicare il suo primo video sui social perché si sentiva molto solo. Sperava così di farsi qualche amico. Il suo primo post su TikTok, in cui parlava di ossidiana, è arrivato a 200mila visualizzazioni in poche ore, lasciandolo a bocca aperta. E oggi, a distanza di due anni da quel primo esperimento sui social, Marco Andrea Teti (in arte Kangeon), studente di geologia di 28 anni, di Quartu, può dire di avere quasi mezzo milione di amici. Su Instagram, infatti, lo seguono 130mila persone, su YouTube quasi 100mila e su TikTok 200mila.

I suoi video, in cui parla di geologia e astronomia, con un linguaggio semplice e con un tocco ironico finale che non manca mai, sono spesso virali, con milioni di visualizzazioni. Andrea non nasconde le sue origini sarde e il leggero accento è molto apprezzato (in particolare dagli stessi sardi), ma soprattutto, nei suoi contenuti, mostra spesso la sua Sardegna, che per i geologi è un museo a cielo aperto, in cui è possibile trovare qualsiasi tipo di ambiente. E non è un caso che uno dei suoi video più visti parli proprio dell’isola.

«Quello dove spiego che la Sardegna e la Calabria non sono italiane, a livello geologico, perché un tempo erano unite al sud della Francia e alla Spagna, ha raggiunto su Instagram 3,5 milioni di visualizzazioni. Gli argomenti che preferisco trattare sono quelli della sostenibilità ambientale, in cui spiego gli effetti a lungo termine sul mare. Sui miei canali, i temi che colpiscono di più sono quelli legati ai vulcani - il video sull’Hunga Tonga è arrivato a 4,2 milioni di view, ndr -, ai terremoti, ai periodi glaciali e interglaciali - un milione di visualizzazioni per il reel su Cala Luna, ndr -, alle variazioni climatiche, ma anche quelli in cui spiego le ere geologiche, per arrivare allo spazio e ai pianeti».

Kangeon è il nickname che Marco utilizzava nei videogame online, e il caso ha voluto che all’interno ci fosse la parola “Geo”, quella che sta per diventare la sua professione. «Sto finendo gli esami nella facoltà di Geologia a Monserrato, e questo dovrebbe essere l’anno della mia laurea – racconta l’influencer –. Per mantenermi e per andare avanti negli studi ho sempre lavorato. Dopo la laurea, ho davanti due strade: fare il divulgatore a tempo pieno e continuare a studiare, oppure fare il geologo sperimentale e studiare i pianeti, in particolare la loro composizione».

Avere a che fare con il mondo dei social, essere “popolari” e quindi essere sempre esposti e stare dietro ai numeri del reel, degli shorts e dei video che si pubblicano, può avere effetti negativi a livello psicologico.

«Il consiglio che mi sento di dare a chi fa questo tipo di lavoro – dice Marco – è quello di mettere al primo posto la propria salute mentale. Ci sono stati momenti, in questi due anni, in cui ho trascurato questo aspetto per portare avanti il lavoro con i social. L’algoritmo ti spinge nella direzione di pubblicare sempre e di essere sempre attivo. Ero schiavo di queste dinamiche, e pubblicavo anche quando avevo altri impegni e altre priorità. Rinunciando così a cose più importanti. Ora, per stare bene ed evitare burn out, voglio pubblicare contenuti solo quando sono carico e sono ispirato, altrimenti ne risente soprattutto la qualità».

I social in cui pubblica Kangeon hanno caratteristiche e pubblici diversi. «Su TikTok gli utenti hanno tra i 18 e 24 anni, su Instagram tra i 25 e i 34 anni – spiega Marco –. YouTube ha un 20 per cento in ogni fascia di età e la cosa molto positiva è che i commenti ai video sono strutturati, argomentati, non sono commenti buttati là senza senso. Anche se i leoni da tastiera ci sono sempre».

Negli ultimi mesi, il “quasi” geologo, come lui stesso si definisce, sta lavorando a video lunghi per YouTube. «Sono convinto che la conoscenza sia la base per lo sviluppo degli individui del futuro, una conoscenza libera, che comprenda anche lo studio dei dinosauri. Perché non esiste una conoscenza di serie A e una di serie B».

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