Nivola apre la sua Pratza ’e domo allo scambio internazionale di idee
Il museo di Orani diventa una casa semiotica mai costruita
La Dea madre del maestro Antine Nivola, sull’uscio, sembra una vera e propria padrona di casa che accoglie e abbraccia. Lo fa riprendendo quel concetto di accoglienza e di apertura che lo stesso Costantino Nivola ha impresso alle sue opere nel corso di tutta la linea del tempo artistica. E così, allo stesso modo, le porte del suo museo nel cuore di Orani si aprono mettendo a disposizione dell’estro artistico il suo cortile. Sa corte, in lingua sarda, che per l’occasione diventa una Pratza ’e domo, una casa semiotica mai costruita. È un progetto, che si concluderà il prossimo 3 novembre, realizzato da Nairy Baghramian, premio Nivola 2023 per la scultura.
«L’obiettivo è vivere lo spazio come fosse il cortile di casa – afferma Luca Cheri, direttore del Museo Nivola –, quello spazio dove ci si incontra in una dimensione privata ma anche collettiva. Esattamente come l’artista voleva, è un luogo di transito in un’area che per sua natura non è ben definita. Tutto questo si sposa con la politica del museo che vuole essere spazio di e per la comunità. Questo è uno spazio dove, in un tessuto paritario, si vuole dare valore alla creatività e alle idee di tutti, del collettivo». Mentre l’acqua scorre sul patio, nell’espressione artistica di Nivola che quasi vuole indicare la via, è intorno a un ambiente domestico ideale – con al centro il verde smeraldo di un grande tappeto, omaggio di Nairy Baghramian all’arte tessile di Samugheo – che trovano casa 17 opere di tanti artisti e designer di fama internazionale. Tra loro, Phyllida Barlow, Nicolas Hsiung, Janette Laverrière, Rosemary Mayer, Win McCarthy, Julie Mehretu, Oscar Murillo, Paulina Olowska, Monica Sosnowska e Mariantonia Urru. «Nairy Baghramian è una delle scultrici più importanti e più significative del nostro tempo – ha detto Antonella Camarda, ex direttrice del Museo Nivola e tra le curatrici della mostra –. È stato molto bello averla qui a Orani. Non è stata una semplice visita, non un semplice trasferimento di opere. Anzi, è il trionfo della collaborazione con gli artigiani locali, con una serie di artisti che sono convenuti qui. In questo luogo che si mostra essere sempre più speciale, si moltiplicano le occasioni che danno modo di connettere la Sardegna al mondo intero».
Qui, a casa sua, Costantino Nivola è ancora vivo e sembra camminare tra le sue opere, accogliendo col sorriso le centinaia di visitatori che sono arrivati a Orani per l’occasione. Quel museo, casa sua, oggi più che mai non è luogo chiuso per mecenati. Non è ambiente che si chiude in se stesso o che si auto elogia in maniera autoreferenziale. Oggi, è lo stesso maestro Antine, che stringe mani e che indica ad artisti di tutto il mondo, su quale parete di casa sua appendere la propria creazione artistica. «Pratza ’e domo è un concetto che si lega molto alla poetica di Costantino Nivola – commenta la presidente della fondazione Nivola, Giuliana Altea –. Basta pensare al suo Pergola village, spazio al tempo stesso aperto e chiuso, dove le soglie delle case diventavano luoghi di socializzazione. Anche qui, itinerari creativi si incrociano e si scambiano per la prima volta, per poi magari darsi appuntamento per il futuro. La mostra è concepita intorno all’idea di confine tra l’arte autonoma e quella applicata alla vita quotidiana, il design».
Nairy Baghramian, dal canto suo, è emozionatissima e allo stesso tempo grata a Costantino Nivola per l’ospitalità. «Benvenuti a casa vostra – ha detto aprendo al mondo la porta della sua esposizione –. Benvenuti nella casa delle vostre idee, delle nostre, che qui si incontrano grazie a un grande lavoro progettuale di tante persone».