La Nuova Sardegna

Musica

All’Agnata di Fabrizio De André, Time in jazz da tutto esaurito

di Mirko Muzzu

	Foto di gruppo con Neri Marcorè e Dori Ghezzi al centro 
Foto di gruppo con Neri Marcorè e Dori Ghezzi al centro 

Omaggio a Faber, Bob Dylan, Leonard Cohen e Georges Brassen

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 Un Neri Marcorè da tutto esaurito per l’appuntamento di Time in Jazz nell’Agnata di Fabrizio De André, per l’ormai consueto omaggio che il festival ideato da Paolo Fresu rende a Faber e che quest’anno ha per titolo “Sailing Faber: dalla Sardegna a Durango”.

Ma quest’anno l’omaggio si è allargato a Bob Dylan, Leonard Cohen e Georges Brassens, artisti particolarmente amati da De André e che lui stesso ha in diverse occasioni tradotto. Proprio per questo ad accompagnare Neri Marcorè, che si conferma uno dei più apprezzati interpreti di De André, sono arrivati Scarlet Rivera, il magico violino dell’album “Desire” di Bob Dylan e il batterista Rafael Bernardo Gayol, conosciuto in particolare per il suo lavoro con Leonard Cohen. Ed ancora il chitarrista Domenico Mariorenzi e la band Borderlobo composta da Andrea Parodi Zabala a chitarra e voce, Alex Kid Gariazzo alla voce e chitarra, Riccardo Maccabruni al pianoforte e infine Michele Guaglio al basso.

A dare il benvenuto a pubblico e ospiti nel magnifico anfiteatro naturale di fronte alla veranda, che in tanti ricordano dai video dei tanti pranzi in cui Faber canta con parenti e amici, è stata la padrona di casa, Dori Ghezzi: «È come se avessimo saputo che prima o poi qualcosa come questo sarebbe successo». Un concerto che è stato un susseguirsi di sorprese: dall’incursione alla tromba di Paolo Fresu all’esibizione di Scarlet Rivera, la ragazza che Dylan incontrò appena arrivata da Chicago, i virtuosismi di “Zirichiltaggja” con un Neri Marcorè dalla perfetta pronuncia gallurese, ma ancora con la versione inglese di “Hotel Supramonte” con le tre voci di Rivera, Marcorè e gli interventi di Dori Ghezzi che hanno regalato in anteprima agli spettatori del Time in Jazz.

Così è stato facile immaginare Fabrizio e Dori trasformare L’Agnata mentre un vinile di “Desire” suona in sottofondo. È tanta l’emozione di Neri Marcorè: «Poter interpretare le canzoni di Fabrizio De André nella sua casa nella quale ha scritto e composto capolavori indimenticabili, è per me una sorta di coronamento di un percorso cominciato anni fa, quando quasi per gioco ho iniziato a fare concerti. Un traguardo ma anche una ripartenza, perché la voglia di fare musica che fa bene non smetterà mai».

È ancora Dori Ghezzi a ricordare come «le opere di Dylan, Cohen e Fabrizio sono così ricche di bellezza che la sola idea di partecipare a un incontro dedicato a questi grandissimi artisti mi affascina ed entusiasma. Posso addirittura affermare di aver conosciuto artisticamente Dylan e Cohen prima di De André, e negli anni è stato poi splendido condividere con Fabrizio la passione verso questi due grandi della musica che Fabrizio ha molto amato e, come sappiamo, tradotto».

Fabrizio De André e anche Bob Dylan, dunque, «l’uomo che mi ha cambiato la vita», racconta Scarlet Rivera ricordando «un pomeriggio di giugno del 1975 sulla tredicesima strada nel Greenwich Village. Ero arrivata a New York da Chicago con un biglietto di sola andata, sapevo che qualcosa di grande sarebbe accaduto ma non sapevo cosa fino al momento in cui sono entrata in studio di registrazione con lui. Mi ha fatto suonare su tutte le canzoni del disco che stava registrando. Quel disco era “Desire” e uscì qualche settimana dopo col mio violino che prese il posto delle chitarre di Eric Clapton che aveva suonato prima di me. Probabilmente a Eric Clapton questo cambiò poco, per me invece fu l’inizio di tutto».

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