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Film

Tim Burton: «Il mio omaggio all’horror italiano»

di Alessandro Pirina
Tim Burton: «Il mio omaggio all’horror italiano»

Il regista alla Mostra del cinema di Venezia con il sequel di Beetlejuice: «Disilluso dal cinema, ho ritrovato l’energia»

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Beetlejuice ridà a Tim Burton la voglia di fare cinema. È stato lo stesso cineasta a raccontarlo ieri, mercoledì 28 agosto, a Venezia, dove il suo “Beetlejuice Beetlejuice”, sequel del suo omonimo capolavoro datato 1988 che sbarcherà in sala il 5 settembre, ha aperto l’82esima edizione della Mostra.

Un’edizione di grandi star: attesi nei prossimi giorni Brad Pitt e George Clooney, Lady Gaga e Joaquin Phoenix, e già oggi sbarcherà al Lido Angelina Jolie nei panni di Maria Callas. Ma già ieri c’è stato un primo assaggio con il cast al completo del film di Tim Burton, ovvero Michael Keaton, Winona Ryder e Catherine O’Hara, già protagonisti del primo film di 35 anni fa, più le new entry Jenna Ortega, Willem Dafoe, Justin Theroux e Monica Bellucci, nel frattempo diventata anche la compagna del regista che ha voluto ridare vita a quel suo mai dimenticato “spiritello porcello”.

«Tutti mi chiedono perché ho deciso dopo 35 anni di fare questo film – ha detto Burton –. In questi anni mi era capitato di parlarne con Michael, Winona, Catherine. Mi piaceva l’idea di ripprendere a lavorare con loro. Negli ultimi anni mi sono disilluso dell’industria del cinema. Quando si invecchia la vita prende direzioni diverse da quelle preventivate e forse mi ero perso anche io: ora credo di essermi ritrovato con questo film. Non volevo fare un grande sequel per soldi o qualcosa del genere, ma per ragioni molto personali. Non ho nemmeno guardato il primo film per prepararmi a questo, perché ne ricordavo lo spirito e tutti quelli che sono qui oggi.Beetlejuice mi ha ridato energia per tornare a fare le cose che amo fare con le persone che amo, ancora più speciali con la nuova parte del cast che si è fusa perfettamente con il suo spirito».

Parole condivise da Michael Keaton. «Forse definirlo un’opera unica è un po’ riduttivo, ma è così. Un film bellisimo, un cast ancora migliore del precedente. «Mi sento fortunata – ha aggiunto Winona Ryder –. È stato emozionante ritrovarmi su questo set. Riprendere in mano lo stesso personaggio è stata la realizzazione di un sogno».

A dare una spinta per il ritorno di “Beetlejuice” è stato anche il successo di “Mercoledì”, la serie firmata Burton che ha per protagonista Jenna Ortega, che il regista ha voluto anche in questo film. «Lavorare con Jenna è stato fondamentale. Questo film sembra nuovo perché viene visto attraverso i suoi occhi. Io sono sempre grato ai miei attori. A tutti. Anzi, a quasi tutti. Qualche volta ho avuto paura, ma è stato raro». E infatti tutti hanno parole di elogio per Burton. «Sono sempre stata una sua fan», ha detto Jenna Ortega. «Entrare nel suo mondo è stato come avere ricevuto le chiavi di casa di Willy Wonka», ha aggiunto Justin Theroux.

E poi Monica Bellucci, che su quel set ha ritrovato l’amore. «Per me è stato un grande onore entrare a far parte di questo cast e del mondo di Tim Burton. Tim è un artista, un regista, un cineasta che è in grado di creare situazioni fantastiche, spaventose e divertenti. Questo mi ha aiutata a creare un personaggio dalla forte dualità. È cattiva ma affascina: una metafora della vita perché tutti noi abbiamo cicatrici emotive».

Ma la presenza della diva umbra non è stato l’unico tocco italiano del film di Tim Burton. A un certo punto, infatti, Beetlejuice parla la nostra lingua. «Sono da sempre un fan dei film di Mario Bava, di Dario Argento – ha spiegato il regista –. È come se avessi fatto anche io un film in italiano. Non sono un regista italiano di horror ma mi sarebbe piaciuto esserlo». E alla domanda sull’ipotesi di un terzo episodio di “Beeteljuice” Tim Burton ha tagliato corto. «Ci sono voluti 35 anni per questo, altri 30 e ne avrò più di cento... non credo proprio».

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