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La storia

Nella bava delle lumache c’è l’elisir della bellezza

di Claudio Zoccheddu
Nella bava delle lumache c’è l’elisir della bellezza

Usata già nell’antica Grecia, ora è un business globale. Le secrezioni delle chiocciole sono preziose: una tanica da 5 litri costa 350 euro quella da 10 arriva a 700

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“Ha un’azione esfoliante, idratante, ideale per il trattamento dei segni dell’acne e delle cicatrici, è un antirughe, previene le smagliature e i segni di espressione”. Questo è quello che si legge in uno dei tantissimi claim pubblicitari, quelli che un tempo si chiamavano “slogan”, che si trovano online quando si imposta una ricerca sulla bava di lumaca utilizzata in cosmesi.

Scandagliando meglio le profondità di internet, si comprende l’esaltazione delle peculiarità della bava di lumaca appena ci si imbatte in uno (tra tanti) dei venditori che propongono nei negozi online proprio le secrezioni delle chiocciole: una tanica da 5 litri costa 350euro, quella da 10 arriva a 700. Le produttrici sono le preferita nel mondo della cosmesi: le Helix Aspersa Muller. Ed è proprio una delle più note figlie della famiglia dei gasteropodi, perlomeno nell’area del Mediterraneo, che porta in dote all’industria della bellezza la sua qualità più ricercata, ovvero il mucopolisaccaride, chiamato comunemente “bava”, che è una secrezione “prodotta da alcune ghiandole localizzate a livello del piede”.

La storia Per quanto riguarda il rapporto tra uomo e secrezioni della lumache, le prime testimonianze arrivano dal passato remoto: Ippocrate, nell’antica Grecia, ne sfruttava le proprietà decongestionanti e antiinfiammatorie per lenire le irritazioni e le infiammazioni della pelle; Plinio il Vecchio, naturalista della Roma imperiale, nella sua enciclopedica “Naturalis Historia” descrive l'efficacia del muco di lumaca nel trattamento di ascessi cutanei e ulcere. Nel libro XXX, dedicato al confine tra magia e medicina, Plinio dettaglia invece i vari rimedi per malattie della gola e del catarro, tra cui l'uso delle chiocciole. Infine, suggerisce che le chiocciole, se cotte e non lavate, possono essere pestate e aggiunte al vino passito per alleviare il mal di gola e il catarro.

La cosmesi Se il legame medico, o cosmetico, tra uomo e lumache è antichissimo, la “bava” di lumaca è ritornata di moda agli inizi degli anni ’80. Il merito è di una famiglia cilena, i Bascuna. Durante il lavoro quotidiano, gli allevatori di lumache per uso alimentare si accorsero che le loro mani erano sempre vellutate, morbide, lisce, luminose e senza macchie o brufoli. Si accorsero anche che tagli, lesioni, abrasioni, escoriazioni e graffi sparivano velocemente senza lasciare traccia. Osservazioni sufficienti a convincere gli allevatori ad approfondire la questione con analisi di laboratorio che rilevarono la presenza di vitamine, proteine, polisaccaridi, collagene, acido glicolico e principi attivi. Un mix perfetto per l’epidermide umana.

Da quel momento, l’industria della cosmetica rilanciò i prodotti a base di mucopolisaccaride che, ovviamente, iniziarono a spuntare anche nell’isola, dove si concentrano alcuni allevamenti e una discreta produzione di cosmetici in diverse aziende che hanno immesso nel mercato creme e sieri per il viso, per il corpo e per le mani. Come si faceva già duemila anni fa. 

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