“Dio è gratis, il prossimo costa”: presentato il libro di Alfredo Franchini su De André e Pasolini
La vita dei due poeti raccontata in parallelo per rispondere alla domanda su chi è Cristo al giorno d’oggi
Cagliari Fabrizio De André e Pier Paolo Pasolini erano due atei, di formazione diversa, ma che hanno avuto in comune, tra le altre cose, il bisogno di raccontare il Cristo come uomo. E’ il tema del libro “Dio è gratis, il prossimo costa” (Arcana editore) che è stato presentato ieri 16 novembre a Cagliari al Thotel in prima nazionale con l’autore, il giornalista e scrittore Alfredo Franchini, il musicista Cristiano De André, figlio di Fabrizio, e un altro giornalista, Franco Siddi, presidente di Tv2000 emittente della Cei, la Conferenza episcopale italiana, e vice presidente del gruppo editoriale L’Unione Sarda.
Cristiano De André, che in questo periodo è impegnato nelle prove del tour in 12 città “De André canta De André”, non è voluto mancare alla presentazione del libro di Franchini che oltre essere un grande amico suo e, prima, di suo padre, è uno dei più profondi conoscitori della poetica di De André e anche un punto di riferimento negli studi sull’artista genovese. Nel libro “Dio è gratis, il prossimo costa” Franchini ripercorre in parallelo vita e pensiero dei due poeti e, attraverso le loro parole, cerca di rispondere alla domanda su chi è Cristo al giorno d’oggi.
Ecco alcune riflessioni proposte da Franco Siddi: «Non si tratta solo di un racconto di storie note o indagate con la severità del cronista, ma di una riflessione tematica profonda incardinata su due grandi personalità della poesia e dell'arte musicale e cinematografico del Novecento: De André e Pasolini. Dio è gratis il prossimo costa è una sintesi della vita e delle opere di due laici cantori e testimoni di una spiritualità personale interpretata, con anticipo sui tempi, da un anarchico di base (come De André) e da un marxista addirittura escluso dal Pci che puntava al riformismo (Pasolini). Su tutto la Buona Novella di De André e il film Vangelo secondo Matteo di Pasolini, una sfida per laici-laici, credenti-laici, religiosi. Alfredo Franchini va in profondità – continua Siddi - connette i fili della vita e dell'opera di due artisti tormentati, inquieti, grandiosi, che ci restituisce attuali nella lettura del tempo da essi vissuto e nella straordinaria efficacia di messagi per la contemporaneità». Per Siddi l’interesse suscitato dal libro è tale da porre Alfredo Franchini a pieno titolo nella saggistica di prima fascia.
Ancora: l'analisi della “cecità del potere”, i valori della musica coelestis, della natura, dell'arte che incontra la religione sono indicativi di uno studio e di un messaggio che viaggia su pagine letterarie intense. Ad arricchirle due capitoli speciali: il capitolo vincitori e vinti e quello dedicato alla forza e all'autenticità delle lingue minori, le lingue madri. Originale e straordinaria la postfazione: è la riproposizione di un'intervista a don Andrea Gallo (morto nel 2013), l'amico di Faber, prete dei vinti di Genova, già partigiano, che si sentiva coinvolto evangelicamente da De André e che (ha detto Franchini ieri) si impegnò nella ricerca dell'equilibrio «tra l'anima e la materialità dell'uomo: del resto il corpo di Cristo era pronto a morire ma il suo spirito no». È questo spirito che propone di prendersi cura del prossimo. E questo costa: solidarietà concreta, servizio per gli altri, sacrificio. Dio è alla portata. Gratis. Ma essergli devoto davvero rende importante il costo delle opere della fede. E per chi non è credente, ma avverte la forza della spiritualità e del vissuto contenuti nel Vangelo, la sfida è morale, intellettuale civica. Cercare il riscatto, insomma, risvegliare lo spirito critico e pubblico, anche per la laicità diventa doveroso.