La Nuova Sardegna

L'intervista

Cristiano De André: «Ho scelto di vivere in Sardegna, qui c'è la vita migliore al mondo»

di Federico Spano
Cristiano De André: «Ho scelto di vivere in Sardegna, qui c'è la vita migliore al mondo»

Il celebre artista, figlio del grande Faber, a Sassari nel laboratorio del suo liutaio

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«Alla fine ho scelto di vivere in Sardegna. Ho venduto la casa di Milano e mi sono trasferito a Portobello di Gallura, nella villa di famiglia. È immersa nel verde, con una vista mozzafiato sulle Bocche di Bonifacio. Il maestrale qui è un conforto e i profumi di mirto, elicriso e ginestra sono straordinari. La Sardegna ti offre una vita migliore di qualsiasi città ma anche di qualsiasi altro posto al mondo. Ho il mio orto e sono circondato dai miei amici. C’è chi mi regala il formaggio, chi i salumi o la carne. È una vita a chilometro zero».

Cristiano De André è reduce dall'esibizione a Sanremo, dove ha duettato con Bresh nella serata delle cover, eseguendo “Crêuza de mä", grande successo del padre Fabrizio. Ieri mattina è partito presto dalla sua casa sul mare, l'auto carica di chitarre, per raggiungere viale Caprera, a Sassari, dove c’è il laboratorio del suo liutaio di fiducia, Stefano “Alchimede” Mura. «Sto per partire in tour e volevo che i miei strumenti fossero in ordine, per questo sono venuto da Stefano, che è bravissimo. Non è stato un lungo viaggio, ma anche se fossi vissuto a Milano, sarei venuto apposta a Sassari per farmi mettere a punto le chitarre da lui. Per me è ormai una garanzia».

Cristiano De André oltre a portare avanti la sua produzione musicale, con ben otto album all’attivo, negli ultimi anni ha dedicato quattro album al padre, riarrangiando tutte le sue canzoni.

Fabrizio De André è venuto a mancare all’età di 58 anni. Oggi Cristiano ne ha 62: «Quando penso a lui lo vedo sempre più grande di me, chiaramente essendo un rapporto padre-figlio non può essere altrimenti. Lui, fra l’altro, anche da giovanissimo è sempre stato molto maturo, nelle cose che scriveva e che faceva».

Il confronto con il padre è un leitmotiv che accompagna Cristiano ormai da tutta la vita. «Io ho lavorato molto con le mie canzoni, ma il paragone è sempre stato inevitabile. Alla fine, come fai a confrontarti con un genio del genere? Io non sono mai arrivato neanche lontanamente alla sua altezza. Mi occupo di lui perché mi piace, perché mi fa stare bene e perché so che faccio stare bene gli altri. Io lo ripropongo da musicista, con il mio tocco e questo piace alla gente. Sempre più giovani si appassionano alla musica di mio padre anche attraverso il mio lavoro».

Dei quattro album dedicati a Fabrizio De André, con le canzoni riarrangiate dal figlio Cristiano, l'ultimo è “Storia di impiegato”. «È un tema importante quello affrontato in quel disco, perché anche chi decide di non partecipare, di tenersi in disparte, è comunque coinvolto in quello che succede. Tutti siamo comunque responsabili». Cristiano De André ha in cantiere un nuovo album di inediti, con l’obiettivo di tornare a Sanremo portando una sua canzone: «Se riesco a scrivere il pezzo giusto per Sanremo, ci sarò».

L’8 marzo partirà a Isernia il tour “De André canta De André”, con 14 date nei teatri e che si concluderà il 15 aprile a Genova. Dal 25 giugno al 12 agosto, invece, andrà in scena la versione estiva del tour, con sette tappe, tre delle quali in Sardegna: 31 luglio ad Alghero, 1 agosto Riola Sardo e 2 agosto Lanusei.

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