La Nuova Sardegna

Editoria

L’incredibile caso di "Istella mea", il romanzo sardo primo in Italia

di Paolo Ardovino
L’incredibile caso di "Istella mea", il romanzo sardo primo in Italia

Vendite record per il libro di Ciriaco Offeddu sulla Nuoro degli anni Sessanta

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Mettiamola così, a grandi numeri è probabile che un lettore su tre che esca da una libreria in queste settimane, abbia sottobraccio “Istella mea”. Il romanzo di Ciriaco Offeddu uscito a febbraio per Giunti. Occorre tirare fuori la dicitura di “caso editoriale” perché il libro si è presentato direttamente tra i primi posti della classifica (nazionale!) con Beppe Severgnini, Valérie Perrin, Antonio Scurati. Insomma, da zero a cento in un attimo.

«Il caso Offeddu della Sardegna ancestrale», titolava qualche settimana fa Repubblica, e i titoli sono tutti su questo tenore. Il successo è merito del fascino che provoca la Sardegna quando viene tratteggiata con elementi che superano la realtà, che richiamano, agli occhi esterni, esotico e magico. È la spiegazione sintetica che ne hanno subito dato librai e critici, anche loro colpiti da uno scrittore nuorese di 76 anni noto fin qui più per la carriera da manager nei mercati asiatici che per i precedenti libri pubblicati.

“Istella mea”, copertina che richiama un po’ un fantasy e un po’ la notte stellata di Van Gogh, sembra avere due elementi su tutti che attirano e convincono il grande pubblico. Il contatto con una scrittura che sta nel canone del realismo magico e la ricerca di punti di contatto con leggende sarde. L’autore accetta in realtà timidamente l’etichetta del realismo magico, ma la prima a usarla è la casa editrice stessa: «Una storia senza tempo che ricorda Isabel Allende e Gabriel García Márquez».

In una Sardegna popolata di cavalieri, pastori e leggende, così si legge nella sinossi, la giovanissima Rechella scopre l’amore grazie all’incontro con Martino, un ragazzino dalla fantasia fervida, abbandonato dai genitori e vive con sua nonna Jaja, donna rispettata e temuta, narratrice di storie favolose, che nella sua cantina nasconde qualcosa di oscuro e potente.

Si parte dalla Nuoro degli anni ’60 e lungo i capitoli le descrizioni di luoghi e personaggi sono colme di romanticismo e una certa nota nostalgica. A un mese dall’uscita “Istella mea”, che è riuscito nell’impresa di entrare nelle grazie di uno degli editor migliori in circolazione, Antonio Franchini, continua a stupire. L’autore è in giro per presentazioni – ieri a Olbia –, il libro è quarto nella classifica generale, davanti al Papa, e primo nella narrativa italiana. «Quando arriva un successo di pubblico del genere vuol dire che le regioni principali del mercato editoriale, Lombardia e Lazio, ti stanno premiando – commenta interpellato Aldo Addis della libreria Koinè di Sassari, vice presidente dell’associazione librai italiani e direttore della scuola librai italiani –. In Sardegna è stato accolto bene ma inizia a diventare un best seller adesso, grazie al successo nazionale». È cosa nota: l’immagine dell’isola ancestrale conquista il pubblico oltremare, talvolta risponde a un’idealizzazione di chi viene in vacanza, e viene vista con sospetto dai lettori sardi.

Lo scrittore, con un trascorso ventennale a Singapore come manager e advisor finanziario, un master con lode in scrittura creativa a Hong Kong con tesi su “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov, nel 2020 candidato sindaco di Nuoro, ha fatto bingo. Tanto da finire nella lista dei candidati al premio Strega. Se il romanzo è pronto a cambiare le sorti della letteratura isolana, lo dirà il tempo.
 

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