La Nuova Sardegna

L’intervista in Tv

Salmo si racconta: l’addio ai social, la depressione, l’amore per musica e cinema


	Salmo ospite a Stories su Sky
Salmo ospite a Stories su Sky

Il rapper ospite a Stories su Sky ha parlato della sua Olbia, dell’infanzia, ma anche dei momenti bui e del futuro

3 MINUTI DI LETTURA





Si racconta senza filtri, con profondità, intensità e maturità. Salmo, all’anagrafe Maurizio Pisciottu, 41 anni a giugno, intervistato da Omar Schillaci per Stories, su Sky, non risparmia nulla del racconto della sua vita: il prima e dopo il successo, le delusioni e i momenti felici. Parla anche della depressione, del bisogno di staccare dai social sette mesi fa e di vivere la sua vita senza mostrarsi al pubblico. 

Salmo, non solo più rapper di successo ma anche regista e attore, torna con la seconda stagione della serie Blocco 181, Gangs of Milano, protagonista assoluto del sesto episodio. «La recitazione è un bel dolore, un bellissimo trauma, simile alla musica ma con tempi diversi. Sul set ci sono molti tempi morti, devi accendere e spegnere i sentimenti, ti scava dentro. La  gratificazione p diversa: con la musica sali sul palco, canti, la gente ti manda subito delle vibrazioni. Con il cinema devi aspettare almeno due anni per riuscire a vedere quello che hai fatto».

Salmo scherza sulla scelta del suo personaggio. «Il cinema è un arma a doppio taglio – ha detto in Tv -. Io ho avuto la fortuna di scegliere il personaggio da interpretare e l’ho calibrato sulla mia vita: senza droghe, senza alcol. Me lo sono scelto buono per potermi salvare la vita dopo».

L’artista olbiese torna indietro nel tempo, alla sua Olbia, dove è nato e cresciuto, quando a fare rap erano quattro-cinque. Si descrive come un bambino timido «avevo tutti i denti storti, ero molto magro e con delle altalene particolari. A volte molto silenzioso o molto irrequieto. Il periodo della scuola ero ripetente, ero un asino, mi hanno bocciato un sacco di volte. Quindi a un certo punto mi sono ritrovato a essere il più grande e un po’ mi sono aperto, ma andava in parallelo ai live, che mi sono serviti per combattere la timidezza». La musica come terapia. «A Olbia erano tutti punk o metallari. Io mi sono dovuto nascondere tra di loro per avere fortuna con le ragazze, mi sono fatto la cresta. Se mettevi i pantaloni larghi eri uno sfigato. Se avessi 16 anni oggi non farei mai rap perché ormai è la cosa più normale, mentre allora era alternativo. Farei il genere più sfigato che esiste».  

Slamo spiega poi come sia cambiato il rapporto con i social. «Ho usufruito di Instagram per tanti anni e mi ha aiutato parecchio, con le mie str****te ho intrattenuto le persone – rivela -, mi hanno aiutato a tenere up il personaggio. Ne sono uscito. Da sette mesi non uso più i social e sono rinato. Ed è incredibile quando mi chiedono: perché non fai più le storie? Non è che mi chiedono se sto bene». Nessuna paura di essere dimenticato. «Certo che se ti fermi sei perso, ma sai che c’è. Ci se ne frega». Il rapper sardo parla poi del momento più buio della sua vita. «Uno dei momenti più brutti è stato quando avevo tutto. Avevo tutto ma c’era un vuoto. Stai tutta la vita avendo un obiettivo, cerchi di raccogliere il più possibile ma ti senti vuoto. E resti solo. Perdi gli amici, le persone a cui vuoi bene. Hai tutto quello che ti serve ma ti manca qualcosa e non sai cosa sia. Io purtroppo in famiglia ho il problema della depressione: mia nonna, mio padre. Ed è quella brutta depressione che non sai perché. Ti dicono: perché stai male? E non sai perché». 

Primo piano
Politica regionale

Edilizia e urbanistica, le nuove regole: iniziata la discussione sul Salva Casa

Le nostre iniziative