La Nuova Sardegna

Le aspettative degli altri

Se ti pesano i sacrifici per realizzare un sogno, allora non è il tuo sogno

di Giorgia Giacopetti*
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Ci insegnano che il dolore è il prezzo del successo, ma non ci raccontano mai che il vero successo è essere in grado di vivere senza sentirsi schiavi delle proprie scelte

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Quante volte noi ragazzi ci sentiamo dire che adesso dobbiamo pensare solo alla scuola e che il resto arriverà col tempo? Ma non è la scuola che ci insegna a combattere per raggiungere i nostri obiettivi. Siamo una generazione che vive con le aspettative di alcuni adulti che ci dicono continuamente che «è la vita», che «così vanno le cose», che «non dobbiamo volare troppo in alto con le aspettative», che «dobbiamo tenere i piedi per terra» e che senza la scuola non andremo mai da nessuna parte. Non ci insegnano né a combattere né a lottare e non ci incoraggiano a seguire i nostri sogni, ma non capiscono quanto sia importante quel cammino e la fatica che ci mettiamo nel percorrerlo. Cercano di persuaderci dicendoci che pensare adesso alla realizzazione dei nostri sogni ci distrae dal presente, ma spesso dimentichiamo che sogniamo per stare bene, non perché siamo costretti. Gli adulti, quelli che ci parlano delle difficoltà della vita, dimenticano che una generazione che cresce sotto il peso delle aspettative può facilmente perdere di vista la bellezza del proprio percorso. Ci insegnano che il dolore è il prezzo del successo, ma non ci raccontano mai che il vero successo è essere in grado di vivere senza sentirsi schiavi delle proprie scelte.

Anche le frasi «capirai quando sarai più grande», «pensa a quando avrai 18 anni che ti dovrai prendere le tue responsabilità» ci mettono in difficoltà perché molti di noi sanno già cosa significa soffrire e crescere prima del previsto senza chiedere aiuto a nessuno e isolandoci quando stiamo male per paura di creare problemi o preoccupazioni inutili a chi ci circonda, d’altronde ci basta mettere su un sorriso falso che copre agli occhi degli altri ciò che stiamo vivendo dentro noi stessi. È inutile paragonare il nostro soffrire con il vostro, la sofferenza è sofferenza e questo non cambia qualunque essa sia. E allora forse aggrapparci ai nostri sogni e ai nostri obbiettivi è l’unica cosa che ci rimane.

C’è anche da dire che molti adulti tendono a metterci delle “catene”, limitando le nostre aspirazioni e i nostri sogni. Questo succede anche perché magari non sono riusciti a realizzare i propri desideri o obiettivi, e quindi cercano di imporci la loro visione del mondo.

Invece di incoraggiarci a seguire le nostre passioni, cercano di proteggerci da possibili fallimenti mettendoci nella solita campana di vetro. Così noi ragazzi ci sentiamo imprigionati in aspettative che non appartengono a noi, e la libertà di sognare e realizzare ciò che desideriamo diminuisce. Quello che noi ragazzi cerchiamo di fare è di spezzare queste “catene” e trovare la forza di seguire la nostra strada, nonostante le difficoltà o le paure che gli altri ci trasmettono. E mentre alcuni adulti ci guardano con occhi pieni di giudizi, non mostrandoci come trovare il coraggio di credere ancora nei nostri sogni, noi ci troviamo spesso a domandarci se vale davvero la pena sforzarci così tanto per raggiungere la vetta. Ma se rinunciare a qualcosa o impegnarsi di più pesa così tanto, vuol dire che non è il sogno giusto. Se il nostro sogno ci pesa così tanto, vuol dire che non è veramente nostro, perché un sogno vero ci sprona ad andare avanti anche se stiamo soffrendo, anche se versiamo lacrime, anche se pensiamo di non potercela fare, anche se siamo sul punto di crollare. Non permettiamo quindi a nessuno di spegnere quella piccola luce che risiede nei nostri sogni e obbiettivi, perché il tunnel è lungo e pieno di ostacoli ma quella luce brilla troppo forte per non inseguirla.

*Giorgia studia al liceo Azuni di Sassari
 

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