«Mio figlio massacrato in discoteca, poteva morire: chiedo giustizia»
Il racconto choc del padre del 23enne aggredito al "Touch on the beach" di Alghero
Sassari «Mio figlio aveva una mano fasciata per un’ustione di qualche giorno fa, e quando è stato colpito con una violenza disumana all’interno della discoteca, era impossibilitato a qualsiasi tentativo di difesa, perché era stato immobilizzato alle spalle da una persona che gli teneva ferme le gambe e gli bloccava il collo. Poteva morire come è successo due settimane fa a un suo coetaneo, pestato dal personale di un locale di Origgio, in provincia di Varese e deceduto qualche giorno dopo».
È ancora sotto choc il padre del 23enne colpito all’interno della discoteca “Touch on the beach” di Alghero, ma accetta di raccontare a La Nuova Sardegna quello che stanno vivendo lui e la sua famiglia dalla notte del 14 agosto. «Siamo scioccati – spiega l’uomo, un commerciante algherese molto conosciuto – mio figlio è un bravo ragazzo e chiunque abbia visto quel video, che ormai gira da qualche giorno, avrà notato che è stato colpito al volto senza motivo, mentre un’altra persona alle sue spalle lo bloccava con una presa da arti marziali che avrebbe anche potuto provocargli un’asfissia. Aveva una mano bruciata mio figlio – si dispera il padre – e non era un pericolo per nessuno, in quanto era impossibilitato a offendere – aggiunge – non capisco perché tanto accanimento».
Il giorno dopo l’aggressione il 23enne assistito dell’avvocato Filippo Carta, ha presentato una querela ai carabinieri di Alghero, allegando alcuni video girati con gli smartphone dai presenti in discoteca, che poi hanno fatto il giro della rete. Video, che insieme alle immagini delle telecamere interne del locale, saranno fondamentali per ricostruire l’accaduto. E stabilire inoltre a che titolo il giovane con la t-shirt nera che sferra i pugni contro il 23enne, si trovasse all’interno del locale con in mano una delle stesse radioline e gli auricolari utilizzati dal personale della sicurezza del locale.
«Il ragazzo che ha sferrato i pugni non è un nostro addetto alla sicurezza – ha dichiarato da subito il titolare del “Touch on the beach” di Alghero Federico Salis – sfido chiunque a dimostrare che quella persona abbia mai lavorato per noi». Eppure dalle immagini sembrerebbe che il ragazzo, prima di reagire con violenza, avesse partecipato con il resto dello staff del locale al tentativo di placare gli animi e sedare una rissa scoppiata tra alcuni giovani. Colpito alle spalle da un avventore il giovane in questione - si vede sempre nel filmato in mano agli inquirenti - finisce prima sopra un tavolo di plastica e infine per terra. Poi si rialza improvvisamente e va a cercare chi lo ha spinto. Davanti si ritrova il 23enne, completamente estraneo alla spinta di qualche secondo prima, e lo colpisce - è chiarissimo dalle immagini - nonostante il giovane alzi le mani e gli dica: «Hey, bro, io non c’entro nulla».
Stamattina il 23enne sarà rivisitato dai medici dell’Ospedale civile di Sassari, che qualche giorno fa gli avevano assegnato trenta giorni di cure per una frattura orbitale e un grosso ematoma all’occhio destro che gli ha creato problemi alla vista.
«Mio figlio è avvilito – spiega il padre del 23enne – e potrebbe dover subire un intervento chirurgico per la frattura dello zigomo. Quella sera non ha importunato nessuna ragazza come qualcuno ha provato a dire – aggiunge il padre – era tranquillo con suo cugino e con altri ragazzi conosciuti quella sera. Non ha fatto del male a nessuno – conclude il padre del giovane – e ha rischiato di essere ucciso a pugni davanti a tutti. È una cosa che come genitori non riusciamo ad accettare, chiediamo che venga fatta piena luce su quello che è successo in discoteca e vogliamo giustizia».