Dopo su puddu scoppia il caso Ovodda: carnevale con cammello e pelli di pecore
Sui social fanno discutere le immagini di festa. La sindaca: «Non maltrattiamo gli animali»
Ovodda Il mercoledì delle ceneri in salsa ovoddese fa discutere gli utenti dei social. Un cammello portato a spasso per qualche decina di minuti per le vie di Ovodda e alcune pelli di pecora esposte sopra la copertura di un carro hanno generato tanta indignazione sui social network. Il carnevale del paese barbaricino ha scatenato un'onda di diniego verso immagini veicolate sui social all'indomani del mercoledì delle ceneri.
Immagini da molti definite "una crudeltà" proveniente da una manifestazione che da sempre è senza regole, senza un ordine, un programma, un percorso, una locandina, un’autorizzazione.
«E’ la spontaneità a farla da padrona ma non per questo trattiamo male gli animali - spiega Ilenia Vacca, la sindaca del paese -. Anche perché il cammello ha sfilato per qualche minuto e poi è stato riportato nel suo ricovero, mentre quelle che possono sembrare pecore, sono solo pelli di ovini ormai anziani che erano destinati alla macellazione e quindi alla produzione di carne. Sappiamo che in un'epoca in cui tramite i social si raggiungono tantissime persone, ciò è difficile da capire per chi si trova davanti delle foto che possono apparire crude, ma in una realtà vocata economicamente all'allevamento del bestiame, il legame con il simbolismo animale c'è sempre stato ed emerge in questi momenti forse in maniera forte, ma mai senza quello che è il massimo rispetto per gli animali».
Durante merhulis de lessia si abbassano le serrande degli esercizi commerciali, ci si traveste, o meglio si dismettono i panni quotidiani e si diventa un tutt'uno con lo spirito di merhulis de lessia, ovvero, il mercoledì delle ceneri, durante il quale, a tarda sera, avviene un processo al fantoccio Zorzi, colpevole di tutti mali, che muore condannato al rogo circondato da una folla di persone. E' il momento che celebra la fine del carnevale, anticamente legato all'arrivo della primavera, e ai buoni auspici per le coltivazioni e l'allevamento del bestiame.
Nella Barbagia di Ollolai, e nelle zone limitrofe, dal Mandrolisai al Gennargentu, è risaputo che la festa, che forse è meglio definire rito, è un momento in cui tutto è possibile e tutto è permesso e dove è impossibile imporre protocolli. «Ma, ripeto e garantisco che nessun animale è stato maltrattato - sottolinea ancora la prima cittadina -. Sarebbe contro i nostri principi e la nostra tradizione. Ne sono la prova la presenza di importanti aziende di allevamento del bestiame, la produzione di alcuni tra i migliori formaggi in zona e la nota laboriosità del paese».
Dopo il caso di Sedilo, dove la gara di “Su Puddu” che prevede polli morti appesi, l’animalista Enrico Rizzi ha pubblicato sui social un post proprio su Ovodda: