L'arresto del consigliere regionale, 12 indagati per voto di scambio
Dalle indagini per tentata truffa, corruzione e voto di scambio che ha portato agli arresti domiciliari Valerio De Giorgi è emersa una enorme ragnatela di favori, affari, promesse
CAGLIARI. La regola era chiara: entri nella cabina elettorale, metti la croce su Valerio De Giorgi, fotografi la scheda con lo smartphone e mi mandi la foto. Era un reato, ma pazienza per i dodici sostenitori che adesso sono indagati per concorso in voto di scambio: il leader di Sardegna Forte, luogotenente della Guardia di Finanza prestato alla politica voleva essere sicuro della sua platea elettorale. D'altronde dietro quel sostegno c'erano promesse che gli stessi supporter interrogati dalle Fiamme Gialle hanno confermato: posti di lavoro, progressioni di carriera alla Regione, finanziamenti di attività d'impresa. Valerio prometteva perché poteva contare su una rete di amicizie e contatti che a leggere le carte del procedimento per tentata truffa, corruzione e voto di scambio, quello che l'ha condotto martedì scorso agli arresti domiciliari, è davvero strabiliante.
Tutti i dettagli dell'inchiesta sul giornale in edicola e nella versione digitale