La Nuova Sardegna

Cagliari

Guardia di finanza

Traffico di esseri umani: arrestati 3 scafisti che hanno cercato di confondersi con i migranti sbarcati nel sud Sardegna

di Luciano Onnis
Traffico di esseri umani: arrestati 3 scafisti che hanno cercato di confondersi con i migranti sbarcati nel sud Sardegna

L’imbarcazione usata per lo sbarco era ancora carica di carburante, i tre uomini sarebbe dovuti tornare subito in Tunisia ma il motore non è ripartito

02 agosto 2023
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Domus de Maria Si rompe il motore dell’imbarcazione e tre presunti trafficanti di esseri umani dalla Tunisia alla Sardegna vengono arrestati dalla Guardia di finanza al lo-ro sbarco sulle coste del sud Sardegna assieme a 15 connazionali migranti. Non è passato inosservato agli uomini di un pattugliatore delle Fiamme gialle un peschereccio molto vicino alla costa della località turistica Cala Cipolla, a Domus de Maria, abbandonato da diciotto migranti irregolari di nazionalità tunisina fermati subito dopo lo sbarco. Il personale del Reparto Operativo Aeronavale delle Fiamme gialle, dopo aver individuato l’imbarcazione da pesca, ha ricostruito un’ipotesi di traffi-co illecito di esseri umani, individuando in tre dei 18 migranti giunti a terra i presunti responsabili di aver organizzato ed eseguito la traversata dalle coste tunisine alla Sardegna. Le indagini svolte dai militari della Guardia di Finanza specializzati in operazioni navali hanno consentito di appurare che il peschereccio, di legno e lungo circa 9 metri, sarebbe stato impiegato dai tre tunisini arrestati per trasportare gli altri connazionali, tutti fermati in spiaggia e condotti al Centro di prima accoglienza di Monastir con la collaborazione dei carabinieri di Domus de Maria.

Dalla ricostruzione dei finanzieri, l’intento dei tre trafficanti sa-rebbe stato quello di giungere nei pressi di Cala Cipolla per far sbarcare i 15 migranti irregolari e rientrare in Tunisia, ipotesi avvalorata anche dalla notevole quantità di carburante ancora a bordo, sia nel serbatoio principale che stivato in apposite taniche di riserva. Tuttavia, a far saltare i piani sarebbe stata l’incapacità di rimettere in moto il peschereccio a causa di problemi tecnici al motore, costringendo i tre presunti scafisti arrestati, alla vista delle forze di polizia a terra, ad abbandonare l’imbarcazione dopo un maldestro ancoraggio, confondendosi tra gli altri connazionali. Successivamente, i finanzieri del Roan hanno recuperato e sequestrato il peschereccio, rilevando elementi fondamentali per ricostruire la dinamica dello sbarco e per consentire l’arresto dei tre trafficanti, poi condotti presso il carcere di Uta per il presunto reato di fa-voreggiamento alla immigrazione clandestina. I finanzieri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Cagliari, dopo aver analizzato i dati contenuti nei docu-menti dell’imbarcazione rinvenuti a bordo e le informazioni acquisite direttamente da tutti i diciotto migranti ospitati nel Cpa di Monastir, hanno potuto così identificare i tre uomini, che alla luce degli elementi finora raccolti si pre-sume siano i responsabili del traffico illecito, e disporre di tutti gli elementi utili all’esecuzione dell’arresto. Lo sbarco è stato effettuato adottando una metodologia assai diversa rispetto a quella rilevata negli ultimi anni in occasione degli arrivi irregolari verso le coste a Sud dell’isola sarda, generalmente eseguiti impiegando fatiscenti e pericolose barche di pochi metri con piccoli motori fuori bordo, condotte dagli stessi migranti. 

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