Capoterra È in coma farmacologico e le sue condizioni sono stabili, ma ancora non è fuori pericolo. Lo studente quindicenne di Capoterra accoltellato al collo l’altro ieri all’uscita da scuola da un compagno di un anno più piccolo dell’istituto superiore “Sergio Atzeni”, resta in prognosi riservata. Il ragazzo è ricoverato nel reparto di Cardio anestesia dell’ospedale Brotzu di Cagliari, dove i chirurghi dell’ équipe di interventistica cardiologica lo hanno operato per ricomporre la lesione alle vene giugulari provocate dalla lama del coltello penetrata nella parte inferiore del collo. I medici sono apparsi ottimisti sul quadro clinico generale, ma ancora bisogna aspettare prima di tirare il sospiro di sollievo.
Sul grave episodio è intervenuto il sindaco di Capoterra Beniamino Garau – VIDEO
Mentre il ragazzino combatte la sua battaglia per la vita in ospedale, il suo aggressore quattordicenne è rinchiuso dalla sera di lunedì nel carcere minorile di Quartucciu su disposizione della Procura del tribunale dei minori. Per il giovanissimo indagato c’è l’ipotesi del reato di tentato omicidio, un’accusa pesantissima che rischia di condizionarlo per il resto della vita. «Posso solo dire che il mio assistito è molto scosso e provato – ha detto l’avvocato difensore del ragazzo, Piergiorgio Piroddi –. Questa è una tragedia che coinvolge tutti i protagonisti di questa triste vicenda, sia i due ragazzi che le rispettive famiglie. Rimaniamo in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, forse oggi o comunque nei prossimi giorni». Sarà in quella sede che l'indagato potrebbe raccontare cosa accaduto e riferire la motivazione che lo ha indotto a compiere un atto di tale gravità.
Le indagini Intanto i carabinieri della Compagnia di Cagliari, diretti dal comandante capitano Simone Anelli, hanno messo assieme i contorni del drammatico fatto di sangue. Manca solo un particolare ancora da definire, importantissimo: ovvero se dietro l’accoltellamento esistano pregressi fenomeni di bullismo con i due studenti coinvolti, o se l’episodio sia stato dettato da fattori occasionali e non seriali. Gli investigatori si sono posti la domanda, che sarà riproposta dal giudice minorile in sede di udienza di convalida, momento in cui potrebbe anche emergere perché il quattordicenne di Sarroch andasse a scuola con un coltellaccio da cucina nello zainetto. Dovrebbe insomma spiegare se gli serviva per minacciare qualcuno o per difendersi da ipotetici prevaricatori. Detto in termini di grande attualità dovrà spiegare se i due fossero coinvolti in fenomeni di bullismo. Una possibilità che gli inquirenti tengono in debita considerazione e che sarà ancora al centro della loro attività inquirente nei prossimi giorni.
La ricostruzione Sulla ricostruzione dell’accaduto sembra invece sia tutto ormai abbastanza chiaro, documentato dalle immagini acquisite del sistema di video sorveglianza a circuito chiuso posizionato davanti all’ingresso del piazzale della scuola. I due ragazzi si avvicinano alla pensilina della fermata degli autobus, situata a tre metri dal cancello dell’istituto, parlano fra loro poi il più piccolo apre lo zainetto, estrae il coltello e pugnala al collo il compagno. Sono attimi di grande concitazione: il ragazzo ferito che si accascia ed estrae da solo la lama dal collo e la getta per terra, altri studenti che accorrono e urlano, l’arrivo dei professori. Qualcuno chiama i carabinieri e il 118, vicino alla scuola atterra anche l’elisoccorso che porta via il ferito. Intanto l’accoltellatore, bloccato sul posto da altri studenti, viene consegnato ai carabinieri e portato in caserma. Poi per lui, sei ore dopo, si aprono le porte del carcere minorile di Quartucciu.