Un altro suicidio in carcere a Uta: è il secondo dall’inizio dell’anno
Un detenuto si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. Allarme sovraffollamento
Uta Un altro suicidio in carcere, il secondo nel carcere di Uta: questa mattina 20 gennaio un detenuto di origine straniera si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. A nulla sono valsi i soccorsi del personale di polizia penitenziaria e di quello medico in servizio nella casa di reclusione mandamentale. mentre sono otto i reclusi che complessivamente si sono tolti la vita nelle carceri italiane.
«Purtroppo, nelle prigioni la scia di morte prosegue senza soluzione di continuità – dice in un comunicato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil Pa Polizia penitenziaria -, al ritmo di quasi un suicidio ogni due giorni in questo 2025 che è cominciato persino peggio di come si è concluso il tragico 2024. Del resto, 16mila detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, carenze nell’assistenza sanitaria, deficienze strutturali, insufficienze logistiche, penuria di equipaggiamenti e approssimazione organizzativa richiederebbero interventi concreti e a impatto immediato che non si intravedono nell’azione di governo».
Per De Fazio «la soluzione celere non può di certo essere il commissario straordinario all’edilizia penitenziaria. Servono subito misure deflattive della densità detentiva e per potenziare gli organici del personale, assicurare l’assistenza sanitaria, avviare riforme complessive». (luciano onnis)