La Nuova Sardegna

Cagliari

Il blitz

Armati, con le divise dei carabinieri e pronti a sequestrare un imprenditore: due giovani in manette

di Luciano Onnis
Armati, con le divise dei carabinieri e pronti a sequestrare un imprenditore: due giovani in manette

Un 29enne e un 36enne si trovano ora in carcere. I lavoro degli investigatori va avanti per risalire agli altri componenti della banda

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Cagliari Stavano pianificando una rapina col sequestro di una facoltosa persona di Cagliari vestiti da carabinieri ma i militari (quelli veri) hanno sventato il colpo e arrestato due componenti la banda, mentre altrettanti sono ricercati. Gli arrestati, adesso in carcere a Uta, sono un 29enne di Sestu e un 36enne di Cagliari. Sono state recuperate una pistola semiautomatica, due divise autentiche dell’Arma e  tutto l’occorrente per immobilizzare e  sequestrare la persona.

Il colpo doveva essere messo a segno questa mattina 31 gennaio, i carabinieri sono intervenuti la scorsa notte mandando a monte il colpo. È stata un’operazione coordinata dal Nucleo investigativo di Cagliari, con il supporto dei colleghi delle compagnie di Cagliari, Dolianova, Iglesias e Carbonia. L’intervento, frutto di un’attività investigativa fulminea, ha permesso di scongiurare una possibile azione criminale che si presume sarebbe dovuta avvenire nella mattinata odierna.

Le indagini, dirette dal tenente colonnello Nicola Pilia, comandante il nucleo investigativo, si sono sviluppate attraverso una fitta rete di riscontri informativi e servizi di osservazione discreta che hanno consentito di raccogliere indizi nei confronti di due uomini, il cui comportamento aveva insospettito i militari già da alcuni giorni. Le attività di monitoraggio hanno permesso di restringere il raggio d’azione su un casolare isolato nella località “Fraighedda”, nel comune di Decimoputzu, considerato un possibile punto di appoggio. Dopo un breve servizio di osservazione, i carabinieri hanno deciso di intervenire nella notte, sorprendendo i sospettati all’interno della struttura, un immobile riconducibile a una persona già nota alle forze di polizia. La perquisizione del casolare ha confermato i sospetti: al suo interno è stato rinvenuto numeroso materiale, idoneo alla realizzazione del colpo.

Tra il materiale sequestrato figurano una pistola semiautomatica Luger con sei colpi calibro 9x19mm, due radio portatili, manette di sicurezza, rotoli di nastro adesivo, fascette di plastica, una mazzetta da muratore e due veicoli rubati con targhe riciclate. Tuttavia, l’elemento più inquietante riguarda il ritrovamento di uniformi, giacche a vento, cinturoni e maglioni invernali in dotazione esclusiva ai carabinieri, chiaro segnale dell’intenzione dei soggetti di fingersi appartenenti alle forze dell’ordine per portare a termine il colpo con un inganno studiato nei minimi dettagli. L’operazione ha probabilmente evitato la consumazione di un’azione criminale che, secondo le ipotesi investigative, avrebbe potuto coinvolgere altri soggetti ancora in fase di identificazione. Il ritrovamento di materiale logistico e la disponibilità di un’arma da fuoco lasciano supporre che si sarebbe potuto anche ricorrere alla violenza, rendendo l’intervento preventivo dei carabinieri ancora più determinante. Al termine delle formalità di rito, i due arrestati sono stati portati alla Casa circondariale di Uta, su disposizione dell’autorità giudiziaria, che coordina l’indagine. Le operazioni investigative proseguono senza sosta per rintracciare le due persone sfuggite all’arresto e risalire all’intera rete dei contatti  che potrebbero aver fornito supporto logistico o informativo alla banda.

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