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Minaccia di morte il medico e i poliziotti

Minaccia di morte il medico e i poliziotti

Il detenuto era stato portato in ospedale per una consulenza psichiatrica

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Cagliari Detenuto del carcere di Uta minaccia di morte e aggredisce il medico e i poliziotti di scorta che lo avevano portato in ospedale. Si sono vissuti momenti di tensione nell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari dove, alle prime ore del mattino di ieri 24 febbraio, un detenuto problematico e già responsabile di diversi eventi critici, portato al pronto soccorso per una consulenza psichiatrica, al rifiuto di un aumento di terapia di mantenimento ha iniziato a inveire contro il medico in modo oltraggioso ed offensivo. La notizia è stata diffusa dal Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, per voce del segretario regionale della Sardegna, Luca Fais. «Il personale di polizia penitenziaria addetto scorta – ha precisato il sindacalista - ha cercato  di portare alla calma e al ragionamento il recluso, ma l’opera di persuasione non veniva recepita. Il detenuto, in un secondo momento, ha aggredito uno degli agenti di scorta, scagliandosi contro di lui e colpendolo con pugni nonostante le manette le manette ai polsi. Sono state fasi concitate, che il personale, con non poca fatica ma grande professionalità, è riuscito a contenere, mentre  l’aggressore ha poi  continuato, una volta sul mezzo di servizio del Corpo, a sbattere il cranio nella celletta del mezzo, minacciando di morte i componenti della scorta e di possibili tentativi di ritorsione per aggressioni fisiche inventate da parte della scorta». 
Luca Fais ha segnalato che «valutate le condizioni di non urgenza, il detenuto veniva riportato in istituto» e che «tale prassi oramai è divenuta costante per quei soggetti difficoltosi che pur di uscire dal carcere simulano malessere». Secondo il Sappe «la politica regionale deve assumere l’impegno di consegnare con urgenza il repartino detentivo sanitario, usato da tempo come deposito, per evitare eventi come questo appena accaduto».
Interviene anche Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti  con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. Quanto avvenuto è emblematico per comprendere i rischi derivanti dai facili ricoveri cosiddetti a vista- ha detto il sindacalista-. L’evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in un ospedale alla presenza di altri ricoverati e familiari,  gestito al meglio dalla polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno». (l.on)

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