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La denuncia

Si trasferisce in Francia e le occupano la casa di Alghero, il caso finisce in tribunale

Si trasferisce in Francia e le occupano la casa di Alghero, il caso finisce in tribunale

Disavventura per una 66enne che da alcuni anni usa la casa in Sardegna per le vacanze estive

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Sassari Mentre lei era in Francia, la sua abitazione di Alghero era stata invasa da sconosciuti, che la utilizzavano come se fosse casa loro, a due passi dalle scogliere di Calabona. È una vicenda dai contorni assurdi, quella capitata nell’inverno 2021 a una sessantaseienne residente ad Alghero ma che vive da tempo Oltralpe.

La donna, ieri, ha raccontato davanti alla giudice Antonietta Crobu i dettagli della sua disavventura. Sul banco degli imputati, un 78enne residente in un paese della provincia accusato, in concorso con una 23enne, di violazione di domicilio e assistito dall’avvocato Tonino Secci. Ma sul reale coinvolgimento dell’uomo, la difesa ha sollevato parecchi dubbi. Tutto è accaduto a febbraio del 2021, mentre la donna – che utilizza la casa algherese soprattutto durante le vacanze estive – si trovava in Francia, dove vive abitualmente. Ad accorgersi che qualcosa non andava, era stato l’uomo che, più o meno ogni due settimane, visitava l’immobile per verificare che fosse tutto a posto e che non ci fossero stati furti o problemi agli impianti. Ma che probabilmente non si sarebbe mai aspettato di trovarsi davanti alla situazione che lo attendeva nell’abitazione. Il frigo, staccato vista l’assenza della proprietaria, era collegato alla corrente e all’interno c’erano bevande e alimenti. Non solo, la porta della stanza da letto, al piano superiore, era chiusa a chiave.

Il custode ha capito cosa stava accadendo e ha subito allertato la polizia, che ha raggiunto l’abitazione e constatato che qualcuno effettivamente stava occupando la casa, ma era fuggito nel frattempo. Diversi i danni provocati dagli occupanti: dalle persiane danneggiate per entrare, fino alla cassaforte a muro, resa inutilizzabile nel tentativo di aprirla. All’interno dell’abitazione, il ritrovamento di uno zainetto contenente alcuni documenti, che hanno portato all’identificazione dei due presunti invasori, una 23enne nata in Belgio e un 78enne, entrambi residenti nello stesso paese della provincia. Dopo la scelta dei riti, il cammino giudiziario dei due si è separato, con processi diversi. Secondo la difesa del 78enne, che ha presentato una memoria scritta, il ritrovamento del nome dell’uomo all’interno dello zainetto non basterebbe a incastrarlo e non dimostrerebbe la sua effettiva presenza dentro l’abitazione. Il 78enne e la 23enne avrebbero avuto una relazione sentimentale, conclusasi però prima dell’occupazione dell’immobile di Calabona. E questo spiegherebbe la presenza del suo nome tra i fogli contenuti all’interno dello zainetto. Il giudice ha rinviato l’udienza al 9 aprile, per sentire i testimoni del pubblico ministero e della difesa e per la discussione.

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