La Sardegna prega per Papa Francesco, i rosari e l’affetto dei fedeli
Il pontefice è in gravissime condizioni: «Nostro Signore, donagli sollievo». Iniziative in tutte le diocesi isolane, grande mobilitazione dei i parroci
Sassari Anche in Sardegna si prega per il Papa. Iniziative direttamente promosse dai vescovi, a volte dai parroci, anche spontaneamente dai fedeli che si sono dati appuntamento nelle chiese per la recita del Rosario e l’Adorazione Eucaristica. «Dio della vita sostieni il nostro papa Francesco: donagli sollievo nel corpo e nello spirito» ha pregato il popolo in tutte le messe celebrate l’altro ieri, all’indomani del preoccupante bollettino medico diffuso dai sanitari del Policlinico Gemelli. Già da mercoledì della settimana scorsa, l’arcivescovo Gianfranco Saba aveva invitato le comunità ecclesiali della diocesi turritana a sostenere con la preghiera il Papa, ripetuto anche sabato 22 nella celebrazione che ha dato inizio alla visita pastorale nella parrocchia di san Giovanni Bosco. Nella cattedrale di Cagliari l’arcivescovo Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, nella serata di ieri ha guidato la recita del rosario in una chiesa piena, con intenzioni particolari per la salute del Sommo pontefice.
«Si fa più intensa la solidale vicinanza al Santo Padre della nostra comunità diocesana. Affidiamo al Signore, medico delle anime e dei corpi, l’opera dei medici e del personale sanitario che - ha detto monsignor Baturi - ne prende cura con dedizione e competenza, ed eleviamo la concorde e fiduciosa preghiera perché gli doni il sollievo nel corpo e nello spirito». «Venendo in Sardegna il 22 settembre 2013 il papa aveva detto : “Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni della vostra Isola, e per confermarvi nella fede”. «Adesso - ha aggiunto Baturi - siamo noi a voler condividere le sue fatiche e speranze. Chiediamo al Dio che ama la vita di guardare con benevolenza il suo servo e nostro papa Francesco, perché ristabilito in salute continui la sua missione a servizio della Chiesa. Il Papa ci sta insegnando che tutta la vita ha valore, che ogni suo frammento pur doloroso, ha significato se vissuto per amore e offerto per il bene della Chiesa e la redenzione del mondo».
Nella chiesa olbiese dedicata a Nostra Signora della Salette, il parroco don Gianni Sini alle 21 di ieri ha dato inizio a una veglia di preghiera per il Papa. «Abbiamo meditato ad alta voce - ha detto il sacerdote-giornalista e anche esorcista - i cinque misteri del rosario, fatto l’adorazione Eucaristica e ascoltate alcune testimonianze sul Santo Padre». «Come credenti, come uomini e donne di buona volontà, siamo chiamati a raccogliere il suo esempio e a proseguire la sua missione di amore e vicinanza agli ultimi. Papa Francesco - ha scritto Antonella Sedda nel sito di “Gallura& Anglona” il giornale on line della diocesi di Tempio- Ampurias - ci ha sempre ricordato che la Chiesa è fatta di tutti noi, che il Vangelo si vive nel quotidiano, che l’amore di Dio si manifesta nelle scelte semplici, nella cura reciproca, nell’attenzione a chi soffre. Oggi il nostro grazie si fa preghiera: che il Signore gli doni forza e salute, che possa presto riprendersi e tornare tra noi con la stessa energia di sempre. La sua presenza è un dono prezioso, e noi continuiamo ad attenderlo con fiducia e affetto. Un pensiero, una preghiera che nasce dal cuore, per dirgli che non è solo. Perché un padre non si abbandona mai, soprattutto quando è lui ad avere bisogno dei suoi figli».
«In tutte le parrocchie della diocesi di Ozieri - dice don Gianfranco Pala, parroco di Pattada e responsabile delle comunicazioni sociali - si prega da alcuni giorni per la salute del Papa secondo modalità decise dalle comunità locali».
Si prega per il Papa, ma anche per tutti gli ammalati. «Il cuore si allarga anche per abbracciare tutti gli infermi – ha detto monsignor Giuseppe Baturi - Cristo è al tempo stesso il grande paziente che soffre con gli ammalati e il medico che si piega su di loro. La nostra preghiera generi una maggiore carità verso gli infermi».