La Nuova Sardegna

Nuoro

provincia commissariata

Manutenzioni e lavori rinviati dalle infrastrutture alle scuole

NUORO. Gli ambiti strategici dovrebbero prendere il posto delle defunte Province. La riforma della Regione arriverà a questo punto dopo la modifica della Costituzione che già a gennaio darà il...

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NUORO. Gli ambiti strategici dovrebbero prendere il posto delle defunte Province. La riforma della Regione arriverà a questo punto dopo la modifica della Costituzione che già a gennaio darà il benservito all’ente intermedio, nato nell’800 e in Sardegna potenziato nel secolo successivo, con l’aggiunta a Cagliari e Sassari delle giurisdizioni di Nuoro e Oristano. Nessun ente di secondo livello com’era previsto nel disegno di legge Del Rio, del 2014, la cui efficacia a questo punto risulterà effimera. Nel palazzo nuorese di piazza Italia l’ultimo tempo dei 90 anni di storia sarà quello del commissariamento. Parentesi iniziata a giugno con la nomina dell’amministratore straordinario Sabina Bullitta. La natura del governo non ha tuttavia sollevato l’ente da nessuna incombenza, a partire dalle infrastrutture viarie e gli edifici delle scuole superiori, per proseguire con i servizi ai disabili, ai lavoratori, sino alla protezione civile. In teoria tutto dovrebbe filare liscio nell’esercizio finanziario in corso, anche se qualche notizia proprio dalle scuole parla d’interventi di manutenzione rinviati per mancanza di fondi. Ciò che succederà dal primo gennaio è ancora incerto, anche se la Regione dovrebbe essere costretta a sostenere l’ente commissariato sino all’avvio del regime istituzionale in elaborazione a Cagliari. Gli anni a venire saranno per l’amministrazione territoriale differenti rispetto alla stagione iniziata durante il fascismo e le Province littorie. Con molta confusione – almeno per ora – sulle incombenze, considerato lo spezzettamento che si prospetta proprio per le competenze tradizionali, dalle strade, alle scuole. La città media di Nuoro potrebbe prendersi in carico gli istituti locali e dell’area urbana. Non si sa invece chi gestirà infrastrutture e caseggiati negli altri casi, se i Comuni o le loro unioni. Il pericolo potrebbe essere quello della sovrapposizione e ancora di più del frazionamento delle competenze, con interventi diseguali disposti tra entità di eguali (siano esse strutture o attività sociali). (f.p.)

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