La Nuova Sardegna

Nuoro

I boschi della Sardegna da patrimonio a risorsa

di Paolo Merlini
I boschi della Sardegna da patrimonio a risorsa

Inaugurato l’anno forestale, esperti a confronto sulle possibilità del settore La necessità di una svolta: la sola Forestas costa 170 milioni l’anno e ne incassa 2

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NUORO. Cerimonia molto partecipata, con tanto di un terzo della giunta regionale, ieri alla Camera di commercio per l’anno forestale della Sardegna 2017-2018. È la prima volta che accade, come ha detto in apertura dei lavori l’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina, e si svolge in un momento di profondo rinnovamento per un settore che può svolgere un ruolo importante nello sviluppo della Sardegna. Perché l’isola, con un milione 250mila ettari di boschi, circa metà dell’intero territorio, è al primo posto nella graduatoria nazionale (complessivamente i boschi italiani si estendono per 10 milioni di ettari). Il problema, ed è il titolo del convegno di ieri – “Il legno delle foreste sarde, da patrimonio a risorsa” – è fare in modo che questa preziosa risorsa diventi fonte di reddito per l’economia regionale, oltre che fonte di occupazione per i seimila dipendenti di Forestas (ai quali si aggiungono circa 1630 forestali stagionali).

Cultura dell’ambiente. Sul fatto che la valorizzazione dei boschi debba essere sostenibile, secondo una visione ormai comunemente accettata, sono tutti d’accordo. Resta da vedere come, e in quale forme. Utilizzo del legno per produzioni di qualità, ma anche promozione del turismo escursionistico. E l’affermazione di una cultura dell’ambiente, come ha sottolineato il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, che proprio su questo rapporto (ambiente, cultura e università) basa molto della propria azione amministrativa. Il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau ricorda l’approvazione, lo scorso anno, della legge forestale (la Sardegna era l’unica regione italiana a non averne una propria) e crede possa rappresentare un modello di sviluppo, e così Antonello Arru, presidente della Banco di Sardegna, che vede il futuro dell’isola in attività legate alla specificità dei beni ambientali e culturali, e non più in settori delocalizzabili, evidentemente con l’industria in primo piano, che hanno già dimostrato rischi e lacune. Ci credono i privati (Agostino Cicalò per la UnionCamere, Roberto Cesaraccio per la Confindustria regionale, Luca Saba della Federforeste), ma ci crede anche l’università, attraverso l’incentivo di produzioni sostenibili, come sottolinea Antonello Pazzona, direttore del dipartimento di Agraria dell’università di Sassari. E così anche Forestas, per bocca del direttore generale Antonio Casula, che vede appunto in una produzione sostenibile del legno, sul modello di altre regioni italiane, la possibilità di nuove fonti di reddito.

Costi e ricavi. Una valorizzazione che si rende obbligatoria, come ha evidenziato poi il consigliere regionale Antonio Solinas, relatore della legge approvata lo scorso anno, visto che la Regione investe 170milioni di euro l’anno in Forestas e ne ricava appena due milioni. Per operare una svolta però servono conoscenza e ricerca (Fabrizio Mureddu, commissario UniNuoro, e Roberto Zurru, direttore Agris). Graziano Nudda, direttore della Protezione civile sarda, elogia quanti hanno contribuito al successo della campagna antincendi 2017, inclusi con un ruolo di primo piano Forestas e Corpo forestale. Il comandante di quest’ultimo, Gavino Diana, ricorda che l’obiettivo principale è difendere i boschi dagli incendi, insieme con l’accertamento dei reati ambientali, e sollecita la Regione a ringiovanire una pianta organica senza turnover e con un’età avanzata.

La normativa. Il consigliere regionale Pietro Pittalis (Forza Italia) sollecita la stabilizzazione dei precari di Forestas e l’adeguamento dei contratti alle tabelle del pubblico impiego regionale, mentre il senatore Silvio Lai (Pd) ricorda come la normativa nazionale in materia di foreste, in via di approvazione, conduca verso standard europei e auspica una riforma del Corpo forestale (in Sardegna, regione a statuto speciale, non è stato assorbito dall’Arma dei carabinieri, come ha ricordato il generale Donato Monaco, e ha conservato la sua autonomia). Standard europei che la normativa regionale dello scorso anno ha sostanzialmente già raggiunto, come segnala l’assessore all’ambiente Donatella Spano: «La legge, in linea con le direttive europee, considera il nostro patrimonio forestale come un capitale naturale, ma fa in modo che offra occasioni economiche e capacità di remunerazione». L’assessore agli enti locali Cristiano Erriu insiste a sua volta su una «visione non statica del patrimonio boschivo» e auspica «una gestione forestale attiva» e così la collega responsabile del turismo, Barbara Argiolas, che nutre speranze nella creazione delle rete escursionistica regionale cui Forestas sta dando vita.

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