La Nuova Sardegna

Nuoro

Gli agricoltori scoprono il business dei funghi

di Sandro Biccai
Gli agricoltori scoprono il business dei funghi

Macomer, i produttori si stanno ritagliando una fetta crescente di mercato I tecnici Laore: bastano 2500 euro per iniziare, ogni anno si coltivano 250 chili

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MACOMER. Nuove chance per l’agricoltura dalla coltivazione dei funghi, un settore che nel 2015 ha generato in tutto il mondo un fatturato di circa 35 miliardi di dollari, destinato a crescere ulteriormente fino al tetto dei 60 miliardi previsti nel 2021. A livello mondiale i maggiori produttori sono la Cina (40%) e l'Europa (35%). Nel vecchio continente l'Italia occupa il sesto posto con una produzione annua di 62 mila tonnellate, per lo più in Veneto ( 50% del totale) e nell'Italia meridionale. In Sardegna le superficie coltivate sono di 12-15 ettari, con un mercato stabile per quanto concerne consumi e prezzi di vendita; i consumi sono concentrati per lo più nella stagione autunnale; i funghi maggiormente prodotti sono il Pleurotus ostreatus e il Pleurotus eryngii (cardoncello).

Sono alcuni dei dati emersi in un incontro tenutosi nei giorni scorsi a Macomer nel quale si è discusso lo stato attuale e le prospettive di sviluppo del settore. Antonio Scanu, tecnico di Laore, ha parlato dei costi per dare vita ad una fungaia: «L'investimento iniziale per una serra di 100 metri quadri è di circa 2500 euro, con un ammortamento di 250 euro, cui bisogna sommare spese gestionali annue per 12.500 euro. In una fungaia di queste dimensioni, assumendo come parametri una produzione media di 900 grammi per pressa ed una produzione totale annua di 250 kg, il costo per produrre un chilo di funghi ammonta a 5,60 euro circa». Serenella Salis, titolare de Il Cardoncello di Sindia, ha posto l'accento sulla complessità della gestione di una fungaia e sulla necessità di un'adeguata formazione: «È un'attività delicata dove è fondamentale unire conoscenza ed esperienza ed in cui non c'è margine per l'improvvisazione. Basti pensare che un attacco batterico può distruggere un intero impianto in pochissimo tempo. Purtroppo succede che si affaccino sul mercato produttori attratti dai benefici del primo insediamento, senza una reale prospettiva nel medio-lungo periodo. Questi stessi produttori vendono i funghi a prezzi troppo bassi, a discapito dei concorrenti. Pensare che la qualità dei nostri funghi è molto superiore a quella delle regioni meridionali, con punte di eccellenza come quelle della nostra zona che sfrutta un microclima favorevole». Un altro imprenditore di Sindia, Nicholas Mannu, alla guida di Abbalughente e rappresentante Cia (Confederazione italiana agricoltori), si è soffermato su un altro aspetto importante: «Non basta fare un prodotto di qualità ma occorre saper individuare i canali giusti per la commercializzazione. I due aspetti, qualità e vendita, sono strettamente legate. Molte aziende non sono andate avanti proprio perchè non hanno saputo commercializzare il prodotto».



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