Caso decadenza, l’avvocato Fercia a Todde: «Macroscopico conflitto d’interessi» – LA LETTERA
Il legale fa parte della difesa del collegio regionale di garanzia elettorale: «Non rinuncio al mio mandato»
Cagliari Diventa incandescente il clima intorno al collegio regionale di garanzia elettorale, quello che a gennaio ha emesso l'ordinanza/ingiunzione sulla presidente Alessandra Todde. In una lettera aperta al presidente facente funzioni della Corte d'Appello Massimo Poddighe, che sostituisce nell'incarico la presidente del collegio Gemma Cucca andata in pensione, uno dei componenti del collegio, Riccardo Fercia, docente universitario e difensore del collegio sia in Tribunale che davanti alla Corte Costituzionale, contesta il parere espresso dalla Avvocatura dello Stato di fronte alla Consulta. Leggi qui la lettera dell’avvocato Riccardo Fercia
«Il collegio di garanzia è organo regionale quando tratta le elezioni regionali, è statale quando valuta le elezioni al Parlamento, ha scritto l'avvocatura.
La settimana prossima, è il senso della lettera di Fercia, Poddighe vorrebbe convocare una riunione del collegio nel quale si affiderà la difesa del collegio stesso alla Avvocatura dello Stato di Cagliari. «Secondo la vostra singolare tesi, è la giunta regionale che avrebbe dovuto autorizzare il collegio di garanzia elettorale a difendersi in prima persona - scrive Fercia - ma questo è un enorme conflitto di interessi.
Lo stesso Fercia domanda retoricamente alla presidente Todde se ella ha scelto come suo avvocato difensore Guido Manca Bitti, noto penalista del foro di Cagliari, e marito dell'avvocata dello Stato Lucia Salis. «E' vero o no?» In realtà Manca Bitti è stato incaricato, come penalista, di chiedere alla Procura se esistano indagini penali a carico della presidente, come la legge consente agli eventuali indagati. Il certificato che la Procura emetterebbe non chiarirebbe però la natura dell'eventuale reato attribuito alla Todde.
Ma Fercia va anche oltre queste domande e ricorda che lui si è già costituito di fronte al Tribunale e alla Corte Costituzionale a difesa dell'ordinanza/ingiunzione contro la presidente Todde, e non ha alcuna intenzione di ritirarsi. «Non rinuncio al mandato, semmai deve essere il collegio a cacciarmi da difensore. Io parteciperò comunque alla riunione, e anche se sarò estromesso, ingiustamente, mi presenterò di fronte al Tribunale e alla Consulta, per difendere i miei inviolabili diritti e interessi».
Con perfetto tempismo anche il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis interviene sul tema, con una nota dove si dichiara che "sarebbero in corso manovre per revocare il collegio difensivo nominato dalla Presidente della Corte d’Appello per incardinare la difesa sull’Avvocatura dello Stato che si è già pronunciata in senso negativo rispetto al suo coinvolgimento. Se la notizia fosse fondata è del tutto evidente che siffatta iniziativa costituirebbe una inusuale e immotivata alterazione della linea difensiva. Verificherò la fondatezza della notizia, riservandomi di assumere ogni consentita iniziativa investendo della questione i Ministri competenti”.
La vicenda della decadenza sembra così riservare ogni giorno nuove sorprese.