La Nuova Sardegna

Nuoro

Dramma sociale

Nuoro, le sette piaghe dei trapiantati: «Carenze da allarme rosso»

di Francesco Pirisi

	L'associazione Trapiantati Sardegna
L'associazione Trapiantati Sardegna

L’associazione da i numeri del disagio nel panorama sanitario

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Nuoro Continuano le trasferte a Cagliari per oltre 120 trapianti di fegato del centro-nord Sardegna. Questo per via dell’assenza a Nuoro (oltre che a Olbia) dell’ambulatorio per i controlli periodici. L’hanno denunciato ieri mattina, durante una conferenza stampa, i dirigenti dell’associazione Trapiantati Sardegna Odv. «Si tratta di una carenza pesante, che costringe i pazienti a viaggi lunghi, con pesanti costi economici», hanno spiegato il presidente regionale Graziano Verachi e i suoi collaboratori, nella sala del tecnico “Chironi”.

Incontro in cui è stata presentata la giornata del donatore, domani mattina (ore 10) a Orgosolo. Sarà inaugurato il murale di Teresa Podda e Vincenzo Floris, dedicato ai donatori di organi. Mentre il 30 giugno dirigenti e iscritti saranno a Orosei, per la posa della pietra, sempre in omaggio a chi ha donato i propri organi per salvare altre vite.

Le carenze strutturali e negli organici della sanità condizionano, però, l’attività di donazione e trapianto. I punti deboli. «C’è una carenza di specialisti, soprattutto nelle strutture sanitarie periferiche – ha spiegato il dirigente dell’associazione, Sergio Zara – che si traduce nel mancato accertamento di molti casi da sottoporre a trapianto». La conferma, da parte dello stesso Zara, nell’illustrazione di alcuni numeri sulle liste d’attesa, in Sardegna: «I pazienti segnati sono solo l’1,34 del numero presente nella lista nazionale, nonostante la popolazione sia il 2,66 di quella italiana. Percentuale con un dato ancora più basso quella della provincia di Nuoro – ha aggiunto – dove si annoverano lo 0,08 dei pazienti della lista di attesa nazionale, in una popolazione che è dello 0,33 per cento». Una parte di chi si sarebbe dovuto iscrivere, per attendere la donazione di un organo, sceglie di andare fuori dall’isola. Convinto di poter contare su una migliore assistenza. Compresi gli apparati esistenti al “Brotzu”, l’ospedale di Cagliari, l’unico attrezzato per i trapianti: «Il “day-hospital” per i trapiantandi e i trapiantati – hanno ricordato Verachi e colleghi – è stato depotenziato. E così la struttura di terapia semintensiva, precedentemente dedicata in modo esclusivo al post-trapianto».

Ma non è tutto. Perché l’associazione ha puntato il dito anche sull’inadeguatezza dell’assistenza successiva al trapianto: «È peggiorata, sempre per la riduzione del numero degli operatori». Tra le punte più alte nelle carenze, proprio l’ambulatorio per i controlli, mai aperto al San Francesco, di Nuoro: «Alcuni anni fa pensavamo che la cosa fosse fatta – ha spiegato Luigi Bellu, presidente onorario – per via di un atto formale del direttore dell’Ats, Moirano. Ma il suo ordine all’Asl è rimasto lettera morta». Tra gli effetti dei detti limiti il fatto che la Sardegna offra più organi da trapiantare rispetto a quelli che poi vengono donati a pazienti sardi. L’isola (dai dati del centro trapianti) è, infatti, al terzo posto nazionale per indice del dono (67,3 percento) e consenso alla donazione. La provincia di Nuoro si distingue nella sua categoria. È prima in Italia, con il 71 percento come indice di dono e l’83 nel consenso.

Tra le città da segnalare Sassari, terza tra i Comuni con oltre 100mila abitanti. Mentre Nuoro si è piazzata al secondo posto tra i centri con popolazione tra i 30 e i 100mila. Nella stessa provincia, tra i Comuni sotto i 5mila abitanti, Cardedu è ottavo e Atzara decimo. Quest’ultimo con una percentuale di consenso del 97,7 per cento.

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