La Nuova Sardegna

Nuoro Momenti ad alta tensione nel reparto di alta sicurezza del carcere di Badu ‘e carros, dopo il ritrovamento di due cellulari nel corso di una perquisizione straordinaria condotta dagli agenti di polizia penitenziaria. Un intervento difficoltoso, resosi ancora più complicato a causa delle proteste messe in atto dai detenuti ospiti della sezione, probabilmente, riferiscono gli inquirenti, messe in atto per evitare il ritrovamento dei due telefoni.

«Operazione brillante che si conclude dopo indagini approfondite da parte del nostro personale – commenta Michele Cireddu, segretario generale Uil della polizia penitenziaria –. Uno dei dispositivi era stato nascosto in cella con grande abilità, mentre l'altro è stato ritrovato addosso al detenuto. I protagonisti del fatto sono stati denunciati e adesso la procura della Repubblica indagherà per capire se i due telefoni siano stati utilizzati per compiere o commissionare ulteriori reati».

Legalità garantita tra le mura di Badu ‘e carros nonostante le difficoltà del personale: «Straordinari interminabili – commenta Cireddu – tra l'altro non retribuiti in un carcere che non può contare sulle figure del comandante e del direttore in pianta stabile. Come se non bastasse, il prefetto Giancarlo Dionisi, l'unico che dimostrava di avere a cuore il problema, è stato trasferito a Livorno».

E conclude: «Nonostante l'emergenza, l'operazione è stata condotta con successo e senza particolari problemi. In altre carceri italiane, il ritrovamento di cellulari è stato spesso causa di vere e proprie sommosse tra i detenuti che hanno portato a devastazione degli ambienti o a incendi dolosi».