Caso Barabino, il fratello della prima vittima scrive a Mattarella
La denuncia: “All’appello mancano tutti i soldi sottratti. E il sistema della giustizia ci impedisce di riaverli”
Nuoro Continua a far discutere, il caso di Roberta Barabino, l’ex amministratrice di sostegno di Oliena, finita al centro di diverse inchieste e processi con l’accusa di aver sottratto e utilizzato i soldi dei suoi assistiti per fini personali e spese di lusso. In queste ore, infatti, Piero Atzori, uno dei fratelli della prima vittima accertata perché i familiari per primi avevano presentato un esposto, ha scritto una lettera aperta rivolgendosi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In quelle righe, Atzori racconta per filo e per segno il dramma della sorella che il tribunale all’inizio del 2021 aveva affidato alla tutela dell’allora amministratrice di sostegno. E spiega che alla fine, la Barabino, era riuscita a sottrarre alla donna nel 294mila euro.
Ma il punto, spiega Atzori nella sua lettera aperta, è che di quei soldi il sistema della giustizia non ha recuperato nulla. E questo a causa di tante carenze, comprese quelle legate a una mancanza di personale e non solo. Il vero problema, spiega Atzori, è che «In base alla legge, il giudice ha disposto la confisca dei beni per equivalente dell’ammontare del peculato. In altre parole, le vittime del peculato non devono nutrire alcuna speranza di recupero del maltolto. Per denunciare le storture del sistema, e l’impossibilità allo stato attuale di avere giustizia e con essa i soldi perduti a causa dell’allora amministratrice di sostegno, Piero Atzori ha scritto al presidente Mattarella.