Accoltellato alla festa di Carnevale, i tanti misteri del delitto
L’omicidio di Marco Mameli a Bari Sardo, il punto sulle indagini: le armi non si trovano e resta il giallo sulla rissa. Ecco cosa sappiamo
Bari Sardo Una rissa in strada che ha coinvolto almeno una decina di ragazzi, un paio di coltellate, una delle quali al cuore, un ferito lieve e un morto, due inchieste che procedono parallele, un solo indagato, reo confesso, che ammette il suo coinvolgimento nello scontro tra ragazzi, ma non quello nell’omicidio. A cinque giorni dal delitto di Marco Mameli, il giovane di Ilbono ucciso sabato scorso durante i festeggiamenti di Carnevale a Bari Sardo, le certezze, quantomeno nella ricostruzione della dinamica, sono poche e i misteri ancora tanti.
A cominciare dal coltello utilizzato per uccidere il ventiduenne ogliastrino: una lama a serramanico che non è mai stata trovata. Né sul luogo del delitto – via Santa Cecilia, una stradina vicino alla centrale piazza Sa Starìa – né negli immediati dintorni. E non è stata trovato nemmeno il coltello che l’unico indagato nel versante rissa, Paolo Migali, 27 anni, di Girasole, ha utilizzato per difendersi – ha sostenuto lui davanti alla polizia – da un altro giovane: Andrea Contu, uno degli amici con i quali Marco Mameli sabato era andato da Ilbono a Bari Sardo. E gli inquirenti, in queste ore, si stanno chiedendo anche se il coltello utilizzato per ferire Contu possa essere lo stesso che poco dopo, e sulla stessa stradina, è stato utilizzato per uccidere Mameli. Ma fino a che l’arma non spunterà fuori sarà impossibile saperlo perché per riuscire a stabilirlo servirebbero le analisi sulle tracce di sangue rimaste sull’arma.
E oltre all’arma, uno degli altri misteri legati al delitto, e alle fasi che lo hanno preceduto, è legato alla ricostruzione della rissa e al numero e ai nomi dei partecipanti. Finora, infatti, su questo fronte, il commissariato di Tortolì e la Procura di Lanusei stanno registrando molte reticenze e altrettante bocche cucite. Sin dall’inizio, in realtà, si era fatto il nome di un giovane di Arzana e di alcuni altri ragazzi della zona, ma per disporre un fermo, ovviamente, servono certezze in più e indizi precisi. E al momento mancano.
E nell’attesa che l’inchiesta registri qualche passo in avanti, domani pomeriggio, 7 marzo, nella chiesa di San Giovanni Battista, di Ilbono, l’intera Ogliastra si fermerà per dare l’ultimo saluto al giovane ucciso. E si stringerà attorno ai familiari e agli amici del ragazzo. (valeria gianoglio)