Comunali 2025, Giuseppe Luigi Cucca: «Non sono l’anti Todde»
L’ex senatore è il candidato sindaco dell’Alleanza formata dal centrodestra civico e dal Terzo polo
Nuoro «Già da anni dicevo che per il bene della città e considerata la situazione nella quale attualmente versa Nuoro sotto tantissimi aspetti, bisognasse superare le barriere partitiche per dare vita a un progetto comune che avesse a cuore solo ed esclusivamente le esigenze dei cittadini. Ed eccoci qua». Giuseppe Luigi Cucca sorride, dalla sua espressione traspare quel senso di serenità, forse data dall’esperienza, anche ora che il gioco per le imminenti elezioni amministrative si fa davvero duro. Si, è ufficiale, sarà lui il candidato sindaco a guidare, in vista dell’8 e 9 giugno, l’Alleanza formata dal centrodestra civico e dal Terzo polo.
Nato a Bosa nel 1957, ma nuorese da sempre negli affetti e nel lavoro, l’avvocato cassazionista può vantare un cursus honorum di tutto rispetto. Dal 2000 ad oggi, è stato consigliere comunale e regionale, prima di diventare senatore per due legislature. Ancora, segretario regionale di tre partiti diversi, il Pd, Italia Viva e Azione dove tutt’ora milita. Christian Solinas, nel 2023, lo aveva anche nominato come segretario generale della Regione, incarico che Cucca non ha mai accettato.
Alla fine il tavolo dell’Alleanza ha scelto lei come candidato sindaco.
«Si, alla fine è stata trovata una sintesi con l’obbiettivo comune di provare a superare le emergenze che stanno caratterizzando una città in agonia. Nuoro, oggi, è una città in cantina e la stagione commissariale ha contribuito a far vivere tutto questo ai cittadini con una certa rassegnazione. Eppure parliamo di una città che ha sempre avuto una sua identità forte in tanti settori. Penso alla cultura, ma anche alla storia politica. In nome di questo, io stesso, tra i primi, mi sono fatto promotore di un appello a cercare l’unità a dispetto di barriere di schieramento che in realtà non servono e che non ci sono».
Mesi fa era stato indicato come possibile candidato dal centrodestra classico, ipotesi tramontata ed evidentemente risorta con l’avvento dell’Alleanza.
«È vero, ma non è la prima volta che mi capita di essere contattato – sorride –. Si, ho rifiutato quella prima proposta perché prevedeva un dispiegamento di forze classico, poi trasformatosi in un tavolo e in un progetto aperto a tutti, anche grazie all’impegno, tra gli altri, di Roberto Capelli».
Le liste vanno presentate entro il prossimo 8 maggio. Qualcuno nella sua Alleanza, però, pensa che la scelta sul candidato sindaco non sia arrivata poi così tardi ma che si sia trattato di un semplice esercizio di democrazia. Cosa nel pensa?
«È stato anche un esercizio di democrazia, ma che i tempi si siano fatti stretti è un dato innegabile. C’erano talmente tanti nomi al vaglio dell’Alleanza che alla fine si rischiava di non riuscire a trovare la quadra. Poi, come sintesi dopo una fase di stallo complicata, che poteva rischiare anche di far saltare il banco, è venuto fuori il mio nome. La mia, di fatto, è un’assunzione di responsabilità condivisa da tutti nell’interesse dei nuoresi, che mi auguro sia la priorità per chiunque vincerà la prossima competizione elettorale».
Fatto il candidato sindaco, adesso c’è da fare le liste e soprattutto il programma, a che punto siete?
«Siamo al lavoro per preparare un programma che, lo dico già, non sarà un libro dei sogni. Ci sono cose che andranno realizzate in tempi brevi e altre che richiederanno una maggiore progettualità d’insieme. Al di là degli obbiettivi a breve termine, però, il macro risultato da raggiungere è quello di ridare a Nuoro il suo ruolo di capofila e di guida per tutti nel territorio».
Due legislature in Senato, quale è la stata la battaglia più importante che ha portato avanti per Nuoro?
«Senz’altro quella sul mantenimento in città della sede della Camera di commercio. Un’istituzione per tutto il nostro territorio non solo per quanto riguarda le attività produttive e l’economia, ma anche dal punto di vista culturale. Lo Stato voleva chiuderla, ma alla fine non ci sono riusciti».
Veniamo alle polemiche. Sua sorella Gemma, presidente della Corte d’Appello di Cagliari e del Comitato di Garanzia elettorale, ha avuto un ruolo chiave nella vicenda legata alla decadenza della presidente Alessandra Todde. Pensa di essere stato scelto proprio per incarnare il ruolo del leader di un certo movimento anti Todde?
«Assolutamente no. Un movimento anti Todde non è mai esistito, anzi, è una narrazione inventata da quella stessa parte politica. Inoltre, pensare che mia sorella Gemma, che ha circa 45 anni di esperienza nella magistratura, potesse prestarsi a un gioco del genere, offende la sua e la mia intelligenza. Ha agito, come sempre ha fatto, attenendosi alle norme previste per l’esercizio delle sue funzioni».
L’età media dei candidati sindaci in campo è di 63,5 anni, si sente un dinosauro?
«No, anche se io stesso penso che la classe dirigente, anche dentro i partiti, abbia bisogno di un ricambio generazionale definitivo».
Nel Campo largo c’è aria viziata: il segretario regionale dei Verdi, Francesco Muscau è irreperibile. L’Alleanza accetterebbe nuovi innesti?
«Siamo una forza inclusiva per chi mette gli interessi di Nuoro davanti a tutto il resto. Ci vuole solo un po’ di coraggio e di faccia tosta».
Due volte senatore. Se perderà resterà in Consiglio all’opposizione?
«È un dovere».