La Nuova Sardegna

Olbia

Cinghiali a Molara: ora sono a rischio le specie autoctone

di Dario Budroni
Cinghiali a Molara: ora sono a rischio le specie autoctone

L’allarme parte dall’Area marina protetta di Tavolara «Qualcuno li ha portati sull’isola. Sono tanti e pericolosi»

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OLBIA. Gironzolano soprattutto col buio della notte. Scavano con il muso e le zampe e con prepotenza rivoltano il terreno di mezza isola. Molara ha appena scoperto di avere un branco di ospiti indesiderati: i cinghiali. Sono loro il nuovo incubo delle specie autoctone che popolano il paradiso al largo della costa gallurese. Si tratta di una presenza ingombrante che per Molara rappresenta comunque una novità assoluta. Nessuno prima d'ora aveva mai visto un cinghiale scorrazzare sull'isola alle spalle di Tavolara. C'è da dire che i cinghiali sono dei bravi nuotatori, ma in questo caso la distanza con la terra ferma è troppa. Questo significa sono stati introdotti dall'uomo, dopo un breve viaggio in barca. Gli operatori dell'Area marina protetta sono già passati al contrattacco. Hanno infatti chiesto un tavolo tecnico con Regione e Provincia per studiare lo sfratto dei cinghiali dall'isola.

L'isola di Molara, molto più bassa rispetto alla vicina Tavolara, è grande 350 ettari. Oggi è completamente disabitata. Nessuno ci può mettere piede, anche perché è proprietà privata. È un'isola incontaminata e che mai si era ritrovata a fare i conti con i cinghiali. «Prima abbiamo raccolto diverse segnalazioni, poi alla fine siamo riusciti a fotografarli - conferma Augusto Navone, direttore dell'Amp -. Comunque a Molara i cinghiali non c'erano mai stati. Non sappiamo quanti siano,sicuramente non pochi».

Sono diverse le specie autoctone sull'isola, molte delle quali a rischio estinzione. Storicamente sono messe a repentaglio dai ratti, da tempo nel mirino di diverse azioni di bonifica. Adesso spunta invece il problema dei cinghiali. «Rappresentano un pericolo per molte specie - spiega Giovanna Spano, naturalista dell'Amp -. Pensiamo a quegli uccelli che nidificano a terra, come la pernice sarda, il gabbiano corso e anche la berta. I cinghiali distruggono i nidi e possono mangiare uova e pulcini. Ma sono pericolosi pure per lucertole e specie vegetali». L'Amp vuole intervenire al più presto e per questo ha chiesto un tavolo tecnico a Regione e Provincia. La normativa dice che prima di tutto si deve provare a catturare gli animali con le trappole. Se l'esperimento dovesse fallire, si passerebbe all'abbattimento. Ma per quale motivo i cinghiali sono stati portati a Molara? Al momento si possono fare solo ipotesi. La caccia e il bracconaggio, ad esempio. «Il vero motivo non lo conosciamo - spiega Giovanna Spano -. Ma è sicuro che ci sia la mano dell'uomo. È molto grave, gli autori non hanno valutato i possibili danni all'ambiente».

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