La biblioteca pronta a riaprire: aspetta il giallo
di Paolo Ardovino
A giorni si dovrebbero spalancare le porte agli studenti. Si attende il nuovo decreto del Governo
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OLBIA. È molto probabile che tra pochi giorni, dopo più di un anno, la biblioteca torni a ospitare tra i propri banchi studenti e studiosi. Dalla biblioteca civica Simpliciana e dall’assessorato comunale alla Cultura fanno sapere: «ora siamo pronti». Il protocollo di sicurezza c’è, personale e strumenti ci sono. Si attendono risposte dal prossimo decreto del Governo: in caso di ritorno in zona gialla si riaprirà al pubblico, con ingressi ovviamente contingentati.
Biblioteca in rete. Sedici eventi on-line organizzati nel 2021, più di trenta lo scorso anno. Attraverso la piattaforma Mlol il servizio di e-book non ha conquistato tutti, i fedeli della biblioteca si confermano fedeli pure alla carta; la sezione dedicata alla consultazione on-line gratuita di riviste e giornali, invece, è stata apprezzata maggiormente. Non si sono fermate le rassegne, quella primaverile si avvia alla conclusione; domani è previsto l’ultimo incontro, trasmesso in diretta su youtube dalle 17. Protagonista Quintino Mossa che presenterà la nuova edizione, ampliata, del libro “La pricunta” (Taphros editrice). Scritto insieme a Nicolino Cucciari, racconta episodi reali, aneddoti e leggende attorno al tema della richiesta di matrimonio nella cultura popolare gallurese. Si lavora alla rassegna estiva, “Sul filo del discorso”, vero fiore all’occhiello. Tra gli appuntamenti (questi in presenza, al centro storico) sarà protagonista la formula dell’incontro con l’autore ma i nomi rimangono ancora segreti.
Patrimonio olbiese. Ammontano a poco più di 50mila i titoli sugli scaffali della biblioteca Simpliciana. Particolarmente consistenti sono i contributi derivanti da alcune illustri biblioteche personali. Dal fondo dello storico Dionigi Panedda e da quello del docente universitario Benito Spano sono giunti circa diecimila testi e diverse cartine topografiche. Dal patrimonio librario del giornalista Alfonso De Roberto, che dà il nome alla sala conferenze, sono presenti circa 1100 volumi. Tra i pezzi pregiati della biblioteca olbiense, il mitico “Quaderno X”, testo autografo di Francesco Derosas, maestro, studioso e poeta terranoese noto vissuto tra la seconda metà del ‘800 e i primi del ‘900. Di Panedda, oltre alla prima edizione del volume “Olbia attraverso i secoli” (del 1959), sono conservati documenti tra cui il libretto dell’università (con diversi 30 e lode) e lettere autografe.
Le rarità. Infine, i testi più antichi e rari conservati e che non sono disponibili ai prestiti né consultabili: volumi per lo più di carattere teologico, arrivati dal nord Italia, vecchi di duecento e trecento anni. Il più antico è un tomo dei “Sermoni sacri morali” di Carlo Maria Gabrielli, 1745. Risale all’anno successivo una sorta di bignami delle “Memorie per la storia delle scienze e buone arti”. Sono del 1749 le "Prediche quaresimali" scritte da Carlo Francesco Badia e uscite dalla stamperia reale di Torino. La bibbia più datata è del 1852, nella versione tradotta da Antonio Martini.
Biblioteca in rete. Sedici eventi on-line organizzati nel 2021, più di trenta lo scorso anno. Attraverso la piattaforma Mlol il servizio di e-book non ha conquistato tutti, i fedeli della biblioteca si confermano fedeli pure alla carta; la sezione dedicata alla consultazione on-line gratuita di riviste e giornali, invece, è stata apprezzata maggiormente. Non si sono fermate le rassegne, quella primaverile si avvia alla conclusione; domani è previsto l’ultimo incontro, trasmesso in diretta su youtube dalle 17. Protagonista Quintino Mossa che presenterà la nuova edizione, ampliata, del libro “La pricunta” (Taphros editrice). Scritto insieme a Nicolino Cucciari, racconta episodi reali, aneddoti e leggende attorno al tema della richiesta di matrimonio nella cultura popolare gallurese. Si lavora alla rassegna estiva, “Sul filo del discorso”, vero fiore all’occhiello. Tra gli appuntamenti (questi in presenza, al centro storico) sarà protagonista la formula dell’incontro con l’autore ma i nomi rimangono ancora segreti.
Patrimonio olbiese. Ammontano a poco più di 50mila i titoli sugli scaffali della biblioteca Simpliciana. Particolarmente consistenti sono i contributi derivanti da alcune illustri biblioteche personali. Dal fondo dello storico Dionigi Panedda e da quello del docente universitario Benito Spano sono giunti circa diecimila testi e diverse cartine topografiche. Dal patrimonio librario del giornalista Alfonso De Roberto, che dà il nome alla sala conferenze, sono presenti circa 1100 volumi. Tra i pezzi pregiati della biblioteca olbiense, il mitico “Quaderno X”, testo autografo di Francesco Derosas, maestro, studioso e poeta terranoese noto vissuto tra la seconda metà del ‘800 e i primi del ‘900. Di Panedda, oltre alla prima edizione del volume “Olbia attraverso i secoli” (del 1959), sono conservati documenti tra cui il libretto dell’università (con diversi 30 e lode) e lettere autografe.
Le rarità. Infine, i testi più antichi e rari conservati e che non sono disponibili ai prestiti né consultabili: volumi per lo più di carattere teologico, arrivati dal nord Italia, vecchi di duecento e trecento anni. Il più antico è un tomo dei “Sermoni sacri morali” di Carlo Maria Gabrielli, 1745. Risale all’anno successivo una sorta di bignami delle “Memorie per la storia delle scienze e buone arti”. Sono del 1749 le "Prediche quaresimali" scritte da Carlo Francesco Badia e uscite dalla stamperia reale di Torino. La bibbia più datata è del 1852, nella versione tradotta da Antonio Martini.