La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, l'Avis accusa: «L’autoemoteca è ferma in garage»

di Marco Bittau
Olbia, l'Avis accusa: «L’autoemoteca è ferma in garage»

Il presidente Murrighile: «Vanificati gli sforzi dei donatori e dei volontari». Salta l’incontro con il direttore medico 

03 luglio 2021
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OLBIA. L’emergenza sangue allarma Olbia e la Gallura, ma l’autoemoteca della Assl è ferma inutilizzata in un piazzale dell’ospedale Giovanni Paolo II. Uno schiaffo ai donatori e ai volontari dell’Avis che vedono vanificati i loro sforzi. Ieri mattina la situazione è precipitata e tra l’Avis e la Assl ormai è scontro aperto.

Il presidente della sezione cittadina dell’associazione di volontariato, l’imprenditore Gavino Murrighile, da tempo denuncia la precaria gestione della sanità pubblica e ieri, dopo lunga attesa, doveva svolgersi l’atteso incontro chiarificatore con il direttore medico Elvira Solinas. All’ordine del giorno un solo punto: il rapporto di cooperazione tra la Assl e l’Avis. Un incontro per nulla informale, ma convocato e confermato dalla stessa azienda sanitaria. Invece ieri mattina il direttore medico non si è presentato e l’incontro non si è potuto tenere.

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Furibondo il presidente dell’Avis di Olbia. «Dopo 22 giorni di attesa sembrava arrivato il grande giorno – dice Gavink Murrighile – la dirigente medico Elvira Solinas finalmente avrebbe dovuto dare udienza, insieme al primario del centro trasfusionale, alla dirigenza Avis di Olbia. Ieri mattina, puntuali alle 11,55, il sottoscritto, insieme al presidente onorario Agostino Chiaffitella e alla vice presidente Nelly Barra, ci siamo recati nella direzione del presidio medico per discutere dei gravi ee urgenti problemi della sanità, specificatamente quelli che riguardano la raccolta di sangue. La Solinas però non si è presentata all'appuntamento, né ha avvisato preventivamente l'Avis della sua assenza». «Abbiamo comunicato l'accaduto all'assessore regionale gallurese Quirico Sanna, in qualità di rappresentate del territorio – aggiunge Murrighile – affinché informasse l'assessore competente del grave sgarbo nei confronti dei volontari Avis. Lo stesso assessore si è dichiarato basito e sconcertato per l'accaduto».


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Per l’Avis è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Da almeno un mese i volontari, impegnati in una campagna di donazioni per far fronte all’emergenza sangue, lamentano lo scarso sostegno da parte dell’azienda sanitaria. In altre parole, l’associazione ha convolto nelle donazioni diverse centinaia di persone, ma le sacche di sangue raccolte potevano essere molte di più. L’ultimo esempio risale all’altro ieri, 30 giugno: una raccolta organizzata davanti al municipio con i lavoratori di Air Italy. Erano presenti tante persone accorse all’appello dell’Avis, ma era disponibile una sola autoemoteca e così sono state raccolte 40 sacche di plasma invece del doppio. La Assl ne ha un’altra disponibile, ma è ferma, inutilizzata e forse dimenticata nel piazzale dell’ospedale Giovanni Paolo II.

A questo punto, il caso diventa politico e l’Avis chiama alle armi le istituzioni. «Chiediamo al sindaco, ai consiglieri e agli assessori regionali, a tutti i dirigenti capaci e competenti, perché esistono, che questo sfregio alla sanità pubblica, ai cittadini, ai donatori e ai riceventi, abbia fine – protesta ancora il presidente dell’associazione –. Spero che la magistratura inizi a valutare se vi siano delle responsabilità penali da parte di chi dovrebbe e potrebbe evitare questo sfacelo e spreco di risorse pubbliche. Sì, perché lasciare marcire una autoemoteca in un parcheggio d’ospedale, mentre la gente rischia la morte per mancanza di sangue, è un delitto. E adesso è il momento di dire basta».

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