La Nuova Sardegna

Olbia

Turismo di lusso, sarà una stagione nera

di Claudio Inconis
Turismo di lusso, sarà una stagione nera

Hotel e nautica i segmenti più a rischio. Federalberghi: «L’instabilità e i venti di guerra producono un effetto disastroso»

06 marzo 2022
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ARZACHENA. Doveva essere la stagione del rilancio ma rischia di diventare quella del tracollo. La drammatica situazione di crisi nell’Europa dell’est con la guerra tra la Russia e l’Ucraina ha portato improvvisamente il calendario indietro di due anni in Gallura, con un'emergenza imprevista (e imprevedibile) a sparigliare tutte le carte sul tavolo e far temere per la sopravvivenza di tante attività turistiche e commerciali. I settori più a esposti? Sicuramente quello alberghiero e la nautica da diporto, soprattutto il segmento del lusso. Il punto sulla mappa del rischio è stato fatto l’altro ieri nell’incontro tra i sindacati e le associazioni delle imprese, promosso dal sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda.

L’allarme. A far suonare l'allarme sono sindacati e associazioni di categoria, che sentono il polso della situazione e chiedono la massima tutela per lavoratori e imprese in vista dei difficili mesi in arrivo. In attesa di poter disporre di dati certi sugli effetti della crisi, Paolo Manca, presidente di Federalberghi per la Sardegna, ha tracciato un primo bilancio delle perdite per il territorio: «Riferito al solo turismo russo parliamo di 220 mila presenze con una capacità di spesa pari a 40 milioni per il settore alberghiero e altri 40 per l'indotto collaterale, che arriva a cifre anche maggiori coi vari servizi», ma questa cifra è solo il punto di partenza cui devono sommarsi gli effetti indiretti che si propagano a macchia d'olio su tutte le categorie: «Non dobbiamo pensare soltanto al danno causato dell'assenza di un target di turisti, ad esempio russi, ma bisogna considerare che l'instabilità geopolitica generale ha profonde ripercussioni su chiunque sia intenzionato ad intraprendere un viaggio. A maggior ragione se dovrà prendere uno o più aerei, come si presuppone avvenga nel caso della Sardegna».

Il rischio paralisi. In pochi giorni si è passati da una pianificazione per grandi numeri al rischio paralisi: «In concreto, fino al 15 febbraio si registravano numeri di contatti e prenotazioni in linea col 2019, quindi precedenti al Covid. Le due settimane seguenti, invece, si è registrato il 30% in meno di ricerche. Un rallentamento evidente che impedisce qualsiasi tipo di progettazione per le attività». Al quadro negativo si aggiungono le ripercussioni legate al rincaro delle materie prime: «Un danno economico certo – precisa Federalberghi – pensiamo al caro energetico e all'impossibilità di prevedere con esattezza quali investimenti saranno necessari. In questo momento il conto è già quattro volte più alto rispetto ad un contratto stilato l'anno scorso e purtroppo non abbiamo possibilità di prevedere cosa succederà domani».

La reazione a catena. Dallo stato d’allarme si passa facilmente allo stato di crisi con una reazione a catena per cui fin d'ora si rende necessario attivare ogni forma d'attenzione locale e nazionale di sostegno: «Il danno è praticamente sicuro visto che la stagione è ormai alle porte e per il nostro territorio è questo il periodo a disposizione in cui si possono registrare i numer – dicono ancora gli operatori turistici –. Dopo i due anni contrassegnati dalla pandemia, questa situazione globale avrà inevitabilmente delle ripercussioni per quanto ci riguarda e rischia di rendere molto difficile la sopravvivenza di tante attività».

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