La Nuova Sardegna

Olbia

Sicurezza in città

Olbia, cambia il Piano anti-alluvione: due scolmatori ma zero vasche

di Serena Lullia
Olbia, cambia il Piano anti-alluvione: due scolmatori ma zero vasche

Il progetto deve essere approvato dal consiglio comunale

21 dicembre 2022
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Olbia La strada per la messa in sicurezza della città è tracciata, ma il percorso è ancora lungo. Il piano anti-alluvione della Technital assume una forma più concreta e subisce qualche cambiamento rispetto alla soluzione conosciuta fino a oggi.

Le novità Prima di tutto il nome che diventa “Olbia e le sue acque”. Si riduce la lunghezza del canale scolmatore, da 11,4 a meno di 10 chilometri. La galleria avrà tre linee estetiche: tratti a cielo aperto, tratti scavati e ricoperti, il tunnel vero e proprio. Gli scolmatori raddoppiano. Cancellazione definitiva delle casse di laminazione. Previste delle vasche dieci metri per cinque per trattenere i sedimenti e impedire che in caso di piena si riversino nel golfo.

Verso la Via Il padre del progetto, l’ingegnere Simone Venturini, ribadisce che si tratta di un progetto preliminare con dettagli da definitivo, al punto da essere presentato in questa versione alla Via, alla valutazione di impatto ambientale, scoglio contro cui si è inabissato il Piano Mancini.

L’Iter Prima di poter prendere la strada dell’approvazione a livello regionale il Piano Technital deve essere portato in consiglio comunale e poi deve ricevere l’ok del Comitato d’ambito. Come chiarisce il sindaco Settimo Nizzi. «Sono felice di questa presentazione perché abbiamo atti concreti, disegni concreti, studi concreti, di quella che per noi è la migliore soluzione al problema del rischio idraulico della nostra città. Questo è un progetto che deve essere ancora approvato dal consiglio comunale e dall’organo deputato, in cui c’è mezza giunta regionale il cosiddetto Comitato d’ambito». «Lo stato di avanzamento è abbastanza pronunciato – sottolinea il tecnico Venturini –. Abbiamo cominciato a lavorare in autunno. Adesso aspettiamo i risultati delle indagine geognostiche, che ci daranno l’esatta composizione dei terreni e la profondità a cui si trova il granito. Nel mentre siamo andati avanti con gli aspetti idraulici. Ci è venuto relativamente facile perché avendo fatto la variante al Pai molte analisi di quel tipo sono state fatte in quel contesto Abbiamo quindi potuto disegnare la geometria delle opere, individuare la tecnologia necessaria e le modalità di scavo».

La soluzione La soluzione pensata dalla Technital arriva dopo la valutazione e la comparazione di diverse opzioni. «Abbiamo messo a confronto diverse soluzioni anche se ne abbiamo individuato una che riteniamo possa essere quella ottimale. Che prevede due canali scolmatori». Uno scarica nel Padrongianus ma inizia nel San Nicola. L’Abba Fritta scarica nel Cabu Abbas. Modifica che ha permesso di tagliare di un chilometro la lunghezza totale della galleria. «Con lo scarico dell’Abba Fritta nel Cabu Abbas riduciamo la portata sul Padrongianus – sottolinea Venturini – e l’immissione di sedimenti nel golfo». Il sistema pensato per “ripulire” le acque di piena è costituito da vasche di raccolta dei sedimenti nei punti in cui si trovano le prese degli scolmatori. Prevista la creazione di un parco nella zona umida a due passi da dal futuro Palasport.

I materiali Il materiale di scavo sarà utilizzato per fare le sponde dei canali. I blocchi di granito tagliati a filo sostituiranno le attuali pareti di calcestruzzo del Siligheddu.

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