Tempio «Ho dichiarato il falso alla polizia e oggi voglio dire la verità». Ha esordito così in aula il padre dell’ex compagna del calciatore dell’Olbia Daniele Ragatzu, a processo per maltrattamenti nei confronti della giovane. Il testimone citato dall’accusa ha iniziato il lungo esame ritrattando completamente ciò che aveva dichiarato inizialmente. Al giudice ha detto che si erano inventato tutto perché volevano vendicarsi del calciatore perché aveva lasciato la figlia, che tutte le accuse erano state ingigantite. Per due volte il giudice ha dovuto sospendere l’udienza per decidere sull’attendibilità della testimonianza e se procedere con l’esame. Poi, nel corso dell’esame da parte del difensore della donna, l’avvocata Cristina Cherchi, l’uomo ha comunque riconosciuto diversi messaggi che si erano scambiati col calciatore nei quali si fa riferimento ad alcuni episodi di maltrattamenti. Il giudice ha acquisito tutti i messaggi whatsapp. E’ stata sentita anche la madre che invece ha confermato le accuse della figlia. Nel corso dell’udienza è emerso inoltre che Ragatzu, difeso dall’avvocato Filippo Pirisi, ha querelato l’ex per calunnia e falsa testimonianza. Il processo proseguirà il 27 aprile.