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Ambiente da proteggere

Aree marine e parchi sardi uniti a Santa Teresa per il compleanno dell’ Amp Capo Testa: «Tutela e sviluppo un binomio possibile»

di Serena Lullia

	Una immagine dei fondali dell'Amp di Capo Testa 
Una immagine dei fondali dell'Amp di Capo Testa 

I direttori degli enti chiedono a Governo e Regione di rivedere le leggi vecchie di 30 anni

24 settembre 2023
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Inviata a Santa Teresa Gli occhi meno green le guardano da sempre con sospetto, come fossero riserve indiane, francobolli di territorio ad alto tasso di protezione in cui tutto, o quasi, è vietato. Le aree marine protette e i parchi della Sardegna, dopo 30 anni dalla loro nascita, sanno bene di essere molto di più. Di aver allenato per decenni i temi della sostenibilità e della tutela, oggi nell’agenda del mondo, e di aver saputo coniugare protezione e sviluppo.

Da Santa Teresa, ospiti del terzo compleanno (o quinto in base a quale si consideri la sua data di nascita) dell’Area marina protetta di Capo Testa – Punta Falcone, Amp e parchi della Sardegna lanciano il loro messaggio. Un misto di orgoglio green e consapevolezza del loro ruolo. Sono pronte ad aprirsi ai territori, a trasferire ai cittadini che vivono nei comuni vicino ai perimetri tutelati, valori e buone pratiche. Ma per fare questo chiedono che Regione e Governo mettano mano alle leggi che le hanno istituite vecchie di 34 e 32 anni. E che investano più risorse per personale e sicurezza. 

Il talk sul mare Il talk organizzato dal Comune per festeggiare la nascita dell’Amp riesce nel miracolo di portare allo stesso tavolo Amp e parchi sardi. Mare e terra. Nord e sud dell’isola. Una occasione di confronto con la quinta naturale della torre aragonese, tra realtà differenti, nate in anni diversi, ma che alla fine vivono gli stessi problemi. Numeri anoressici del personale, impossibilità di controllare territori vasti e preservarli da un assalto vandalico concentrato a luglio e agosto. Informazioni preziose per la giovane Amp di Capo Testa, nata per decreto del ministero nel 2018 ma diventata operativa nel 2021.

Aprirsi ai territori «Quando nacquero, negli anni Novanta, le Amp erano sole e isolate. C’era persino difficoltà a capire, anche da parte degli altri enti, che ruolo avessero queste realtà così fragili, ma di forte impatto – dice Vittorio Gazale, direttore del parco nazionale dell’Asinara e dell’Amp Isola dell’Asinara –. Inizialmente era forte la paura del vincolo, per poi capire che la grande differenza tra un’area protetta gestita e il resto del territorio è che nelle aree protette c’è una sorveglianza e quindi una legittimità delle cose che puoi o non puoi fare. Anche all’Asinara è successo così. Dopo un iniziale periodo di diffidenza, soprattutto tra gli operatori economici, ora sono loro i primi che la sostengono. Oggi però la vera esigenza è uscire fuori dal perimetro ed essere riconosciuta dai comuni dell’intero golfo dell’Asinara».

Normativa con la muffa Sulla stessa linea Mariano Mariani, direttore del parco di Porto Conte e Amp Capo Caccia. «Sono passati 34 anni dalla legge regionale sulle aree marine protette e 32 dalla legge nazionale sui parchi – afferma il direttore –. Una legislazione che va aggiornato. In tutti questi decenni abbiamo studiato e imparato a coniugare i temi dello sviluppo e della tutela. Siamo pronti a trasferirli nel resto del territorio».

Appunti per il futuro Il direttore dell’Amp di Capo Testa, Leonardo Lutzoni prende appunti e fa tesoro di suggerimenti, punti di forza e criticità. Di fronte una strada di tutela segnata. «Quando l’amministrazione che rappresento si è insediata – sono le parole del sindaco Nadia Matta – nell’ottobre del 2020, abbiamo trovato il decreto dell’istituzione dell’Amp, una convenzione tra il ministro dell’Ambiente e il Comune per regolamentarla, un disciplinare provvisorio, le boe per delimitare la zona rossa, un sede nella stazione marittima chiusa e mai aperta, una convenzione con l’Amp di Tavolara. A due anni dalla nascita era stato fatto lo stretto necessario per tenerla in vita. Il terzo anno l’Amp lo ha trascorso come tutti noi nel mezzo della pandemia. Negli ultimi due anni ci siamo dedicati a lei, accompagnandola in un percorso di crescita che l’ha resa protagonista di tanti progetti importanti. Nonostante qualcuno dica che questa amministrazione abbia mal digerito l’istituzione dell’Amp siamo fermamente convinti che la tutela dell’ambiente debba essere fra i principali obiettivi di chi governa un territorio. E pur pensando che sarebbe stato più opportuno optare per l’istituzione di un parco, visto che ne abbiamo due confinanti, le nostre intenzioni sono quelle di fare il possibile perché l’Amp possa decollare e arrivare a svolgere il suo unico compito nel migliore dei modi: tutela delle nostre acque, dei fondali, della costa delle specie animali e vegetali del mare, lo studio scientifico, la funzione educativa».

«D’intesa con la sindaca stiamo portando avanti un serie di progetti – aggiunge il delegato comunale all’Amp Sandro Villani – che renderanno questo sito, di enorme pregio ambientale, un traino per l’economia del territorio e per un turismo ecosostenibile».

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