Processo Grillo, Giulia Bongiorno: “La vittima considerata leggera perché norvegese, per lei il sesso è sacro”
Seconda giornata di udienze al palazzo di giustizia di Tempio. Gli avvocati che assistono gli imputati fanno domande alla vittima, anche chiedendo come fosse vestita
Tempio Seconda giornata di udienze al palazzo di giustizia gallurese del processo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici genovesi Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo norvegese all'epoca dei fatti 19enne (2019). Oggi è il giorno del controesame delle difese. Gli avvocati che assistono gli imputati stanno rivolgendo una serie di domande alla presunta vittima dello stupro che, al momento, sono incentrate a delineare la personalità della giovane e gli aspetti della sua vita privata e intima alla luce di episodi pregressi e contenuti di chat di cui si è parlato in aula.
“Come spesso capita in questi processi è come se la persona offesa dal reato che ha denunciato qualcosa di grave improvvisamente fosse sul banco degli imputati e, quindi, ci sono una serie di domande su come è vestita, su precedenti frequentazioni dirette a tratteggiare una personalità che poi la mia assistita ha sempre respinto – ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno lasciando il tribunale -. Anche nelle chat ha sempre riferito che per lei il sesso è sacro e che le dava fastidio che, essendo norvegese, venisse considerata come una persona leggera”.
Ma per i difensori si tratta di elementi importanti per ricostruire la vicenda. “Tutte le domande che vengono fatte non sono poste per vittimizzare la denunciante, sono domande che servono per ricostruire i fatti quindi anche capire come fosse vestita ha un’importanza ed è un elemento che va chiarito - dice l’avvocato Gennaro Velle difensore di Corsiglia -. Stesso criterio per le chat anche perché si valuta la credibilità e attendibilità della testimone”. (tiziana simula)