La Nuova Sardegna

Olbia

Nel porto

Santa Teresa, nuovo stop per la Giraglia: raggiungere la Corsica è un’odissea

di Marco Bittau
Il traghetto Giraglia ormeggiato al porto di Longonsardo
Il traghetto Giraglia ormeggiato al porto di Longonsardo

Il traghetto si ferma per un’avaria. Sulla Ichnusa non c’è posto per gli autotrasportatori

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Santa Teresa Gallura. Passano gli anni, ma il traghetto Giraglia continua a essere una spina nel fianco nel collegamento marittimo tra la Sardegna e la Corsica. La nave della compagnia Moby – tanto per cambiare – è ferma ai box in avaria dal 14 giugno scorso e dovrebbe restare in cantiere almeno per un altro mese. Significa che l’intera mole di traffico tra Santa Teresa Gallura e Bonifacio pesa sulla stiva del traghetto Ichnusa, armato dall’omonima compagnia di navigazione dalle ceneri della vecchia Saremar. Troppo poco e a farne le spese come al solito è il traffico commerciale, cioè gli autotrasportatori. Per loro non c’è più posto e lavorare diventa impossibile. Diverse decine di macchine, tra articolati e piccoli furgoni, che approvvigionano merci di ogni genere, dagli alimentari ai prodotti dell’artigianato.

In banchina, nel porto Longonsardo, tira aria di rivolta e non si escludono manifestazioni di protesta clamorose nel bel mezzo della stagione turistica. «Siamo alle solite – lamenta Gavino Peigottu, di Ozieri, portavoce degli autotrasportatori che lavorano tra la Sardegna e la Corsica – si ferma la Giraglia e l’unica nave che copre la tratta Santa Teresa-Bonifacio è la Ichnusa, che recupera l’intero traffico della Moby, soprattutto passeggeri con le auto al seguito, e a bordo non ci sta nient’altro. È un piccolo traghetto e articolati come il mio neppure possono entrare nella stiva, troppo bassa. Così si resta in banchina ad aspettare, nell’incertezza, la prossima corsa. Tenendo anche presente che la municipalità corsa, a Bonifacio, permette l’imbarco e lo sbarco di mezzi commerciali nelle prime e ultime corse, per evitare di disturbare i residenti e i turisti. Insomma, una serie di condizioni e di problemi che non ci permettono più di lavorare».

Quella del traghetto Giraglia è una lunga storia di avarie, guai tecnici e mancate partenze per il maltempo che agita le Bocche. Nave piuttosto vecchia (è entrata in servizio nel 1981), passa più tempo in cantiere che a navigare in mare. Anche 50 giorni di stop nel corso di una stagione nonostante gli oneri di servizio pubblico imposti dalla gara regionale per l’affidamento del servizio. «Il problema è che non c’è una valida alternativa a causa di un bando regionale fatto male – continua Gavino Peigattu –. L’Ichnusa non va bene per il traffico commerciale e va anche peggio il Bastia che già aveva fatto servizio sostitutivo. Per raggiungere la Corsica ci sarebbe anche una linea da Porto Torres ad Ajaccio, ma non va bene neppure quella perché è settimanale e costa il doppio, 600 euro, una cifra insostenibile. Alla faccia della continuità territoriale. Così siamo fermi in banchina ad aspettare, nell’incertezza di trovare un posto a bordo della Ichnusa. Nel frattempo stiamo perdendo i nostri clienti e il nostro lavoro».

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