La Nuova Sardegna

Olbia

Le storie e i personaggi

L’uomo, la città e il territorio: a Olbia la lezione di Giovanni Maciocco

di Marco Bittau
L'architetto Giovanni Maciocco con il sindaco Settimo Nizzi e la governatrice Alessandra Todde
L'architetto Giovanni Maciocco con il sindaco Settimo Nizzi e la governatrice Alessandra Todde

Successo per la mostra dedicata all’architetto nel “suo” museo archeologico. Il Comune proroga l’apertura fino al 21 luglio

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Olbia. Leggere o ascoltare Giovanni Maciocco, osservare i suoi lavori, è come immergersi nel significato più profondo dell’abitare, ovvero “prendersi cura dell’intero territorio e non soltanto di ciò che abbiamo in prossimità dei nostri occhi”. Ingegnere, architetto e urbanista, fondatore e preside della facoltà-dipartimento di Architettura di Alghero, professore emerito dell’Università di Sassari, al culmine di una luminosa carriera è stato insignito del prestigioso premio In/Arch 2023 Sardegna, assegnato dall’Istituto nazionale di architettura. Olbia, la sua città natale, gli ha reso omaggio ospitando una mostra retrospettiva itinerantedal titolo “Abitare il territorio”, che fa leva sulla suggestione ma soprattutto sull’idea fondante del pensiero e dell’opera di Maciocco. L’uomo, la città e il territorio, secondo una linea di continuità e una evoluzione che diventano manifesto dell’abitare contemporaneo.

La motivazione del premio assegnato da In/Arch è la sintesi di 50 anni di carriera. «La giuria ha premiato Giovanni Maciocco anche per la sua capacità di ideare e realizzare opere di architettura contemporanea di qualità, radicate nel territorio e nella vita delle persone che lo abitano. E di farlo attraverso un fecondo dialogo interdisciplinare con altri portatori di conoscenze: geologi, botanici, epistemologi, ingegneri, antropologi, storici dell’arte. E naturalmente con le imprese e le maestranze che traducono i progetti in realtà». Mostra e catalogo sono iniziative di In/Arch Sardegna e Ance Sardegna (l’Associazione nazionale costruttori edili), sviluppate insieme al Leap - Laboratorio internazionale sul progetto ambientale del Dipartimento di architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari. Sia la mostra che il catalogo sono stati curati da Antonello Marotta, docente all’Università di Sassari, e da Paola Mura, architetta e componente del direttivo di In/Arch Sardegna. Inaugurata a fine maggio, la mostra doveva chiudere i battenti domenica 30 giugno per essere trasferita a Roma (poi a Barcellona, Lisbona, Cagliari e Sassari/Alghero), ma visto lo straordinario successo di pubblico e di critica il Comune di Olbia ha deciso di prorogare l’apertura sino al prossimo 21 luglio. La delibera è stata pubblicata proprio nei giorni scorsi.

Una decisione accolta con soddisfazione dallo stesso Giovanni Maciocco. «Ringrazio il Comune di Olbia, In/Arch Sardegna e Ance Sardegna, l’Università di Sassari, il polo Uni Olbia, il Cipnes e tutte le istituzioni e le persone che hanno contribuito a realizzare l’esposizione, a partire dai curatori di mostra e catalogo Antonello Marotta e Paola Mura – dice il professore – ma soprattutto ringrazio i visitatori che ci hanno onorato della loro presenza». «Un successo – precisa Maciocco – dovuto allo spirito di collaborazione che anima il progetto sin dalla sua nascita. Il mondo oggi spinge sulla competizione, ma io credo che con la cooperazione si raggiungano risultati migliori: in termini funzionali rende molto di più. In particolare, lo spirito di collaborazione consente a situazioni considerate periferiche di raggiungere risultati confrontabili con altre situazioni dove domina l’egemonia del modello competitivo». Soddisfazione hanno espresso anche Andrea Casciu e Pierpaolo Tilocca, rispettivamente presidente di In/Arch Sardegna e Ance Sardegna: «Il grande interesse del pubblico, delle istituzioni e della stampa, ci conforta sulla qualità delle iniziative legate ai premi In/Arc per la Sardegna, e ci conferma la loro capacità di promuovere la cultura del progetto e della buona architettura». L’allestimento della mostra occupa un ampio salone al pianterreno del museo archeologico di Olbia, la prima opera complessa realizzata dallo stesso Maciocco. L’insieme è affascinante e suggerisce l’idea del viaggio nel tempo alla scoperta del territorio da abitare e vivere: un salone illuminato da enormi vetrate con vista sul mare intorno all’isola Peddone dove si trova “ormeggiato” il museo galleggiante, che richiama il profilo di una nave dei sogni pronta a salpare e navigare verso nuovi orizzonti, oltre il Golfo di Olbia.

Il museo archeologico è un’opera fortemente evocativa con i resti delle antiche navi romane custoditi dentro le sale e la prospettiva della città nuova e moderna alla radice dell’Isola Bianca. Il passato, il presente e il futuro riassunti in un’unica costruzione. Non solo, il museo rappresenta anche il rapporto tra l’uomo, la città e il mare, un vero e proprio manifesto dell’abitare il territorio. All’interno, tra fasci di luce e chiaroscuri, si muove il “corpus” delle opere dell’architetto. Immagini, progetti, prospettive, schizzi, bozzetti, un percorso articolato in 55 grandi pannelli che offrono al visitatore una visione d’insieme di mezzo secolo di carriera di uno dei maestri dell’architettura contemporanea. Un pannello dopo l’altro sfilano edifici pubblici, come la sede della Scuola di architettura dell’Università di Sassari, costruita negli antichi bastioni di Alghero, oppure il Terminal crociere di Porto Torres; abitazioni private come la Casa nell’Emiciclo a Sassari e la Casa in via della Stazione nel centro storico di Olbia, progetto presentato alla Biennale di architettura a Venezia nel 1996; poi edifici immersi nella natura, come l’Arboreto mediterraneo del Monte Limbara, il Parco paleobotanico dell’Anglona e il giardino botanico del Parco nazionale di La Maddalena.

Ci sono poi gli spazi pubblici da riorganizzare e riqualificare come la Piazza del Comune a Loiri Porto San Paolo, il lungomare di Palau e quello di Portoscuso nel Sulcis Iglesiente, la Piazza del Popolo a Berchidda, conosciuta in tutto il mondo anche perché da decenni è il teatro dei migliori concerti del festival Time in Jazz. Un “luogo del cuore” dedicato alla musica, alla cultura e alla gioia di vivere e stare insieme sotto le stelle. Uno di quei momenti magici in cui la Sardegna incontra il mondo. Ci sono poi i progetti di restauro delle chiese (Nostra Signora di Sivvarru a Ossi e San Gabriele Arcangelo a Sagama), il restauro della fortezza di Capo d’Orso a Palau, i progetti di edifici scolastici a Tempio, a Bortigiadas (la scuola in mezzo a un bosco) e a Jerzu, in Ogliastra. Persino il ristorante Scoglio lungo affacciato sul mare a Porto Torres.

Le immagini delle opere scorrono davanti agli occhi dei visitatori e “Abitare il territorio” diventa sempre più un dialogo continuo tra l’uomo e la natura, tra la città e il paesaggio. Il racconto del legame tra il tessuto urbano e la natura. Così il progetto della Città ambientale della Barbagia, che idealmente collegherà otto paesi (Tiana, Sarule, Ovodda, Oniferi, Olzai, Ollolai, Lodine e Gavoi) attraverso un elemento naturale come il flusso dell’acqua che scorre libero oppure imbrigliato dall’opera dell’uomo. Tante opere, ma anche riflessioni che nel tempo sono state di stimolo a tanti colleghi e a tanti studenti di architettura. Giovanni Maciocco, infatti, è autore di articoli e saggi pubblicati in diverse lingue. Tutto materiale (insieme a disegni, schizzi, progetti e istruzioni di cantiere) raccolto in quattro grandi album sfogliabili da 50 pagine ciascuno, a disposizione dei visitatori della mostra. Una parte documentale proposta come “quaderni d’autore” che completa il corpus della mostra e rimanda al principio dell’abitare il territorio come una scelta pensata, ragionata, idealizzata, vissuta quotidianamente prima ancora che costruita.

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