Olbia, il preside Gigi Antolini va in pensione: «La scuola mi ha dato tanto»
Ultimi giorni di lavoro per lo storico dirigente del liceo Mossa: «Dopo 17 anni vado via grato e riconoscente»
Olbia. «La scuola che vorrei? Credo che i punti chiave possano essere tre. Il primo? Ripensare il metodo di valutazione. Oggi i ragazzi sono fragili, soffrono di ansia da prestazione, sono sempre meno attrezzati a gestire un insuccesso. E qui il ruolo del professore diventa fondamentale: è importante il modo in cui comunica un voto e lo studente deve essere accompagnato affinché accetti l’episodica sconfitta. Molti dei miei docenti lavorano in questo modo e fanno capire al loro alunno che un 4 non è un problema grave. Ma lo stesso devono fare anche i genitori. Molti tra loro fanno un uso esagerato del registro elettronico e appena scoprono un voto basso, si abbattono sui figli o telefonano subito a scuola. Ecco, anche questo meccanismo non ci sta aiutando. Anzi. Sta contribuendo allo scollamento tra il linguaggio dei docenti, della famiglia e del ragazzo».
Gigi Antolini, storico preside del liceo scientifico Mossa e tra coloro che superarono il primo concorso per dirigenti scolastici, sta per andare in pensione. In realtà avrebbe potuto prolungare di un anno «ma a che cosa sarebbe servito? Il 31 agosto sarà il mio ultimo giorno e vado via sereno, grato e riconoscente. Ho dato tanto, in questi 17 anni, ma ho anche ricevuto tanto. Mi mancherà molto l’aspetto umano. Perché la scuola è stata per me una ricchezza in termini di relazioni: uno scambio e un confronto importante con i docenti, con il personale, con i ragazzi. Padre Alex Zanotelli ha sempre detto “Noi siamo le persone che incontriamo”. Ed è proprio così. Tutti ci lasciano qualcosa. Non mi mancheranno di certo, invece, gli aspetti più pesanti: la scuola è diventata troppo impegnativa».
E gli altri due punti chiave? «Eccoli – prosegue Antolini –. Occorrerebbe un sistema di selezione serio dei docenti e nel momento della scelta non devono contare soltanto le conoscenze, devi avere le attitudini a insegnare. Il terzo punto è una vera e propria carriera del docente che dovrebbe portare a una differenziazione delle figure. Questo per motivare e incentivare tutti, dando però a ciascuno un ruolo ben preciso».
Antolini, che nella sua lunga carriera ha assistito a profondi cambiamenti, parla anche di una scuola “tramortita” dalle riforme. «Una dopo l’altra, senza sosta, senza dare la possibilità di assorbire le trasformazioni. Siamo partiti dal sistema nazionale di valutazione, per passare poi all’ex alternanza scuola lavoro, quindi all’educazione civica e alla riforma di orientamento. Questo sistema “bulimico” non aiuta la scuola, i cambiamenti e le innovazioni devono andare avanti adagio per poter migliorare nel tempo».
In quest’ultima settimana di lavoro, mentre negli androni e nei corridoi sistemano divani e tavoli per offrire più accoglienza e creare spazi aperti per gli studenti (quest’anno sono 1.100), il preside del Mossa si rivolge a tutti coloro che sono stati determinanti nella sua formazione prima e nella sua crescita dopo, sia come docente che come dirigente scolastico. «Io ho avuto un grande maestro, Gerardo De Luca, a cui devo molto. Sono stato un suo docente e poi suo vice preside. Ma ho ricevuto un aiuto prezioso dall’indimenticata Paoletta Sini e dall’ex preside del Mossa, Gianni Fabiani. E poi dico grazie ai dirigenti scolastici di tutte le scuole della città con cui ho operato sempre in piena collaborazione. Rivolgo infine i miei migliori auguri a Gianluca Corda, che mi sostituirà. Conosce bene questa realtà e sono sicuro che farà un grande lavoro. E poi: io mi sono diplomato proprio nell’anno, il 1978, in cui Gianluca nasceva».