Olbia, a processo per falso e peculato: assolto un dirigente della Provincia Olbia Tempio
Era stato denunciato da alcuni dipendenti dell’ente
Olbia «L’unica prova emersa nell’istruttoria dibattimentale è la non colpevolezza dell’imputato». Così ha detto nelle sue conclusioni il pubblico ministero Alessandro Bosco, chiedendo l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per Giorgio Sanna, dirigente della Provincia di Olbia Tempio, a processo con le accuse di falso e peculato. Il collegio del tribunale di Tempio, presieduto da Caterina Interlandi, ha condiviso le sue argomentazioni e nel primo pomeriggio di oggi 15 gennaio, al termine della camera di consiglio, lo ha assolto da entrambi i reati.
I fatti risalgono al luglio 2013. Secondo le accuse, il dirigente aveva dichiarato in due delibere l’avvenuta esecuzione di due progetti – rete off e spazio web – da parte di un gruppo di dipendenti a tempo indeterminato della provincia di Olbia Tempio ai quali aveva anche riconosciuto un premio di produttività per il 2012 pari a 192mila euro, ma a occuparsene, in realtà, non sarebbero stati loro bensì altri lavoratori a tempo determinato. Avendo la disponibilità materiale delle somme per la retribuzione dei due progetti, aveva liquidato la somma ai dipendenti a tempo indeterminato anziché ai reali esecutori dei progetti. A far scattare l’inchiesta era stata la denuncia querela presentata dai lavoratori a tempo determinato, quattro quelli che si sono costituiti parte civile con l’avvocata Viviana Sannia del foro di Nuoro. Quando si erano resi conto che nelle delibere c’erano dei nomi che non corrispondevano ai loro, avevano deciso di denunciare il fatto ai carabinieri.
Questa la ricostruzione dei fatti da parte della Procura di Tempio. Accuse respinte dall’imputato – difeso dagli avvocati Franco Sechi e Francesco Petrelli – che nell’udienza di oggi ha dichiarato di voler rinunciare all’eventuale prescrizione dei reati. Per il pubblico ministero non è stata provata la sua responsabilità penale e il premio di produzione è stato erogato correttamente. Di parere opposto la parte civile, secondo cui «è evidente, così come emerge anche dagli atti, la responsabilità penale dell’imputato. Nessun apporto fattuale ai progetti è stato dato dai lavoratori a tempo indeterminato», ha detto l’avvocata Viviana Sannia, che ha chiesto la condanna di Sanna e il risarcimento dei danni, evidenziando anche come fosse stata lesa la professionalità dei lavoratori che si erano adoperati effettivamente per quel progetto. I difensori dell’imputato hanno smontato l’impianto accusatorio ribadendo il corretto operato del loro assistito. Argomentazioni accolte dal collegio che lo ha assolto. (t.s.)